Bangkok, manifestanti: non ci arrenderemo
Le proteste continueranno anche per il «Nuovo anno thai»
BANGKOK - I manifestanti thailandesi hanno giurato che accentueranno la pressione sul governo dopo i primi tafferugli di ieri con i soldati. Un leader del movimento delle «Camicie rosse» ha dichiarato che le feste del Nuovo anno thailandese, Songkran, non fermeranno le manifestazioni la settimana prossima. «Non smetteremo di protestare. Resteremo e ci batteremo fino a quando il Parlamento non sarà sciolto», ha lanciato Nattawut Saika. «Se dobbiamo restare fino a Songkran, lo faremo».
Gli oppositori del governo chiedono al Primo ministro Abhisit Vejjajiva di sciogliere il Parlamento e di convocare nuove elezioni. Il capo del governo ha riaffermato ieri che non intende cedere a queste rivendicazioni. Ieri, le forze di sicurezza hanno fato uso di gas lacrimogeni e di idranti per tentare di contenere i manifestanti che reclamavano la riapertura del loro canale televisivo. Almeno dieci manifestanti e tre guardie sono rimasti feriti nel breve confronto, a 45 chilometri da Bangkok.
L'esercito dispone di ampi poteri per porre fine alle manifestazioni delle «Camicie rosse» che sono in piazza dal 12 marzo. Mercoledì era stato decretato lo stato d'emergenza nella capitale dopo l'irruzione dei sostenitori dell'opposizione all'interno del Parlamento. L'opposizione thailandese filo-Takhsin vuole le dimissioni del premier Abhisit Vejjajiva e la convocazione di elezioni anticipate.
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