4 novembre 2024
Aggiornato 12:00
Terrorismo basco

L'Eta uccide a Parigi. Francia e Spagna: raddoppiare gli sforzi

Sarkozy chiede la rapida cattura dei responsabili dell'omicidio di un agente a Parigi

PARIGI - Un'operazione di furto d'auto finita male: la sparatoria fra polizia francese e un gruppo di membri dell'organizzazione terroristica basca del'Eta, nella quale ha perso la vita ieri un agente della Gendarmerie, è avvenuta poco dopo che i terroristi avevano sottratto sei automobili da un concessionario di Dammarie-les-Lys, a una cinquantina di chilometri da Parigi.

«RADDOPPIARE GLI SFORZI» - L'omicidio è stato condannato dai governi spagnolo e francese, che hanno ribadito la volontà di cooperare nella lotta contro il terrorismo, se necessario «raddoppiando gli sforzi» per sconfiggere l'Eta: il presidente Nicolas Sarkozy ha chiesto che i responsabili siano «rapidamente catturati e severamente puniti»; il movimento indipendentista radicale basco Batasuna - messo fuori legge perché considerato braccio politico dell'Eta - si è detto «molto triste» per la vicenda ma ha evitato di condannare esplicitamente l'omicidio, sottolineando come la sparatoria sia stata «fortuita».
La polizia francese sta ricercando i terroristi - almeno una decina - fuggiti dopo la sparatoria: un'operazione definita «non facile» dato che dalla località di Dammarie-les-Lys vi sono molti percorsi in grado di portare alla capitale, dove sarebbe più semplice per i terroristi far perdere le loro tracce.

I FATTI - Il «comando» (gruppo di fuoco) dell'Eta protagonista della sparatoria di ieri aveva come obbiettivo quello di rubare delle macchine da un concessionario, forse per utilizzarle poi come autobomba. Poco dopo una pattuglia della polizia francese aveva sorpreso e fermato su una strada secondaria quattro persone - tre uomini e una donna - che riempivano i serbatoi di un'auto con dei bidoni di benzina. Al termine della sparatoria sul terreno è rimasto un poliziotto francese, il 52enne Jean-Serge Nerin: degli altri terroristi fermati, uno è riuscito a salire sulla macchina, altri due sono fuggiti a piedi mentre nelle mani della Gendarmerie è rimasto Joseba Fernandez Asopunz, ricercato dalla magistratura spagnola per episodi di «kale borroka» (violenza di strada) e che si è identificato come membro dell'organizzazione terroristica.