29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Caso Cesare Battisti

Estradizione Battisti, ora decide Lula

La Suprema Corte brasiliana ha dato il suo parere favorevole. Applauso bipartisan Camera. Il Governo italiano molto soddisfatto

BRASILIA - Con cinque voti favorevoli e quattro contrari, il Supremo tribunale federale del Brasile ha dato il suo parere favorevole all'estradizione in Italia dell'ex terrorista rosso Cesare Battisti. Il presidente del tribunale Gilmar Mendes ha votato per ultimo, facendo pendere l'ago della bilancia a favore dell'estradizione. Mendes ha pubblicamente affermato che «certi tipi di crimini, indipendentemente dalla loro finalità politica, non sono crimini politici», bensì reati comuni. Altrimenti, ha detto Mendes, «potremmo avere casi di stupro, pedofilia, genocidio o tortura , fra gli altri, trattati come crimini meramente politici».

A LULA L'ULTIMA PAROLA - Il voto tuttavia ancora non assicura la consegna di Battisti all'Italia: dopo un intervallo infatti, i giudici sono tornati a riunirsi e, di nuovo a stretta maggioranza, hanno deciso di sottoporre a ratifica del Presidente della Repubblica Luiz Ignacio Lula Da Silva la loro decisione. In ogni caso, il presidente del Tribunale Mendez ha già fatto presente che «molto difficilmente il presidente Lula, potrebbe modificare la sentenza», ricordando come in passato Lula abbia già avuto modo di far sapere che non avrebbe modificato le decisioni della magistratura, una volta deliberata la decisione.

APPLAUSO ALLA CAMERA - La strada dell'estradizione di Battisti, dunque, sembra aperta. La decisione che va ancora presa è puramente formale, salvo un colpo di scena che oramai può venire soltanto da parte del presidente brasiliano. A Roma, l'Aula della Camera ha salutato con un lungo applauso la notizia dell'approvazione da parte della Corte suprema brasiliana dell'estradizione di Cesare Battisti. E' stato il deputato del Pdl Massimo Corsaro a dare l'annuncio all'Assemblea. «Credo che l'applauso unanime della Camera non abbia bisogno di alcun commento», ha commentato il vicepresidente di turno Maurizio Lupi. «Questa è la migliore risposta che il Parlamento poteva dare a chi per un attimo aveva immaginato che il Brasile non fosse un Paese amico e che l'Italia non fosse un Paese in grado di giudicare con tutti i crismi della regolarità un imputato».

La decisione della Corte suprema brasiliana, secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini «premia la linea di responsabilità e di rispetto adottata dal Governo italiano, una linea che non ha mai mancato di sottolineare gli storici legami di amicizia che uniscono i due Paesi».

«Nel nostro codice penale -ha ricordato Alberto Torregiani, figlio dell'orefice ucciso da Battisti il 16 febbraio 1979 a Milano - non abbiamo più lsa pena dell'ergastolo. Battisti, quindi, non farà più di 30 anni di carcere, ma deve farli tutti. Deve scontare la giusta pena e la giusta pena è pari a due ergastoli. Commutando la pena in anni, ne farà almeno 30. Ne ha 51, uscirà ad 81 anni: mi sta bene, ma deve farli tutti».