28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Esteri. Medio Oriente

Domani Mitchell vede Netanyahu, manca accordo su insediamenti

Colloquio posticipato di un giorno per i funerali di Assaf Ramon

GERUSALEMME - Alla vigilia dell'incontro - già rinviato una volta - fra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l'inviato speciale americano per il Medio Oriente, George Mitchell, c'è pessimismo sulla possibilità di un accordo sul congelamento degli insediamenti ebraici in Cisgiordania prima dell'apertura della nuova Assemblea Generale dell'Onu, settimana prossima.

Il quotidiano degli Emirati Arabi Al Bayan cita oggi una fonte europea alle Nazioni Unite, secondo cui Mitchell sarebbe ormai «a un passo dall'intesa con gli israeliani per un congelamento degli insediamenti dai 9 ai 12 mesi». Ma la smentita arriva dall'israeliano Haaretz, per cui «non c'è ancora nessun accordo» sui settlement. Ieri Netanyahu ha incontrato al Cairo il presidente egiziano Hosni Mubarak per l'iftar, la cena di rottura del digiuno di Ramadan, e ha espresso la volontà di riprendere i negoziati con l'Autorità Palestinese di Abu Mazen il prima possibile.

Lo stesso Mubarak, riferisce la radio israeliana, ha molto insistito con l'interlocutore sulla questione degli insediamenti ma le divergenze restano. Il colloquio fra Netanyahu e Mitchell era inizialmente previsto per oggi, ma è slittato a domani su richiesta israeliana per permettere al premier di partecipare ai funerali del giovane pilota Asaf Ramon, figlio dell'eroe nazionale Ilan, l'astronauta rimasto ucciso nello shuttle Columbia che si è disintegrato nel 2003; nel 1981 Ilan Ramon aveva partecipato al raid che mise fuori uso il reattore nucleare di Saddam a Baghdad.

Al consiglio dei ministri settimanale, ieri Netanyahu ha comunque sottolineato che «c'è ancora molto lavoro da fare. Spero che riusciremo a ridurre le distanze - ha detto - forse riusciremo a gettare dei ponti, in modo che il processo vada avanti. Non sono il tipo che frappone ostacoli, dal nostro punto di vista non ci dovrebbero essere altri ritardi per l'avvio di negoziati diplomatici».

Sempre ieri, Mitchell e il presidente israeliano Shimon Peres hanno convenuto che le trattative israelo-palestinesi dovrebbero ricominciare entro la fine del mese. Il messaggio sembrava diretto ad Abu Mazen, che si rifiuta di incontrare Netanyahu finché non entrerà in vigore un congelamento effettivo della costruzione di nuove colonie. Ma anche allo stesso premier israeliano, in vista della riunione di domani con Mitchell.