Rasmussen: No ad una «road map» ritiro truppe Nato dall'Afghanistan
Obiettivo è trasferire responsabilità per la sicurezza ad afgani
BRUXELLES - Il nuovo segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, non vuol sentire parlare di road map per il ritiro dall'Afghanistan, dove l'Alleanza atlantica è impegnata con circa 65mila truppe e dove le perdite stanno aumentando in vista delle elezioni presidenziali del 20 agosto.
TRASFERIRE RESPONSABILITA' - «Sono contrario a stabilire delle scadenze: il nostro successo si compierà quando trasferiremo la responsabilità della sicurezza agli afgani stessi», ha spiegato l'ex premier danese, nel corso della sua prima conferenza stampa a Bruxelles da segretario generale della Nato.
FINO A QUANDO SARA' NECESSARIO - «In Afghanistan dobbiamo prevalere, è in gioco molto per il popolo afgano, per la comunità internazionale, per la sicurezza globale e naturalmente anche per la Nato», ha insistito Rasmussen, indicando la priorità di rafforzare l'esercito e la polizia afgana attraverso un aumento delle attività di formazione. «Gli afgani devono assumere la responsabilità primaria della sicurezza in gran parte del loro Paese», ha sottolineato il nuovo numero uno dell'Alleanza atlantica, assicurando però che le truppe Nato resteranno «fino a quando sarà necessario» come forza di «sostegno».
ELEZIONI CREDIBILI - «Non sia mai che la propaganda talibana interpreti queste mie parole come una fuga verso la via d'uscita», ha ribadito Rasmussen, sostenendo che oltre al trasferimento della sicurezza in mano afgana, gli obiettivi per il successo in Afghanistan sono nell'immediato lo svolgimento di «elezioni credibili», e nel lungo periodo lo sviluppo di una «società pacificata e stabile», delle pratiche di «buon governo» e il «rispetto dei principi dei diritti umani e dello Stato di diritto». E per raggiungere questi target «non ci può essere solamente una soluzione militare», ha riconosciuto Rasmussen, battendo il tasto su un migliore coordinamento tra le strategie delle truppe Isaf e quelle di ricostruzione civile del Paese.