Moscovici: «Italia ha lasciato recessione ma economia stagnante»
Così il Commissario per gli Affari Economici e Monetari, Pierre Moscovici, annunciando le stime di crescita del Pil dei Paesi membri dell'UE.
BRUXELLES - Non è facile determinare con precisione i legami di causa-effetto fra le politiche economiche e finanziarie adottate da un governo e l'andamento del Pil, ma nel caso dell'Italia si può comunque concludere che le cose «non si sono svolte così positivamente come alcuni avevano pensato». Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, rispondendo ai giornalisti durante la sua conferenza stampa a Bruxelles per la presentazione delle previsioni economiche d'estate pubblicate oggi dalla Commissione europea.
Previsioni errate
«E' sempre complicato misurare l'impatto preciso sulla crescita economica delle misure prese da un governo», ha premesso Moscovici. Guardando all'Italia, ha ricordato, «a dicembre, quando abbiamo preso alcune decisioni sul bilancio, c'era consenso sulle previsioni di crescita del governo per il 2019 attorno all'1%, e oggi siamo allo 0,1%. Dunque possiamo concludere, diciamo, che le cose non si sono svolte così positivamente come alcuni avevano pensato, e che possono esserci dei rapporti di causa-effetto che però, ripeto, non si possono misurare direttamente».
L'Italia ha soprattutto bisogno di riforme
«Io - ha osservato ancora il commissario - continuo a pensare che l'Italia ha soprattutto bisogno di riforme che le permettano di elevare il suo livello di crescita potenziale, di rafforzare la sua produttività e la sua competitività. Il Paese - ha sottolineato - ha molte risorse, soprattutto in campo industriale, e non ci si può accontentare della risposta che sento spesso in Italia, che bisogna rassegnarsi a essere sistematicamente di un punto sotto la media della crescita dell'Eurozona. Non è accettabile, bisogna pure che queste riforme siano fatte», ha concluso Moscovici.
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