1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Manovra finanziaria

Dl fiscale, attesi emendamenti sulle banche cooperative. E spunta una sanatoria per il fisco

Ecco le proposte di modifica messe a punto dalla Lega. Di Maio: il reddito di cittadinanza sarà legge alla fine del 2018

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio
Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio Foto: ANSA/CLAUDIO PERI ANSA

ROMA - C'è un nodo importantissimo dentro al decreto fiscale: si tratta del pacchetto per le banche cooperative, su cui si sta lavorando su norme condivise con le opposizioni secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza. Gli emendamenti supererebbero quelli già depositati dalla stessa maggioranza per arrivare ad un testo il più possibile bipartisan. Il lavoro sulle norme potrebbe però far slittare la presentazione delle proposte di modifica che potrebbero arrivare anche nel corso dell'esame dell'Aula di Palazzo Madama. Le novità sulle Bcc allo studio del governo dovrebbero confluire all'interno del dl fiscale all'esame della commissione Finanze del Senato dunque. Un pacchetto di emendamenti messi a punto dalla Lega che dovrebbero prevedere l'eliminazione dell'obbligo di adesione delle Bcc alle holding. La modifica consentirebbe alle banche di credito cooperativo la possibilità di scegliere tra l'adesione a un gruppo o in alternativa dotarsi di sistemi di garanzia reciproca. 

L'emendamento, che fa parte di una serie di misure sulle Bcc annunciate dal vicepremier Luigi Di Maio, potrebbe prendere spunto da quelli già depositati dal presidente della Commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai (Lega). Tra questi, uno stabilisce che l'obbligo di aggregazione o di avvio della procedura di liquidazione, sancito dalla riforma del 2016, scatti solo per le Bcc con un patrimonio netto inferiore a 100 milioni di euro o con altri parametri come un Common equity tier 1 inferiore a 8 punti percentuali. Un'altra proposta di modifica riguarda le banche cooperative delle province autonome di Trento e Bolzano, che "hanno la facoltà di adottare, in alternativa alla costituzione del gruppo bancario cooperativo, sistemi di tutela istituzionale" come definiti dal regolamento Ue sui requisiti prudenziali delle banche.

Un emendamento su cui sta invece lavorando la Lega è una sanatoria sugli errori formali che consenta di regolarizzare la propria posizione prima dell'avvio del contenzioso. Secondo quanto riferiscono fonti del Carroccio, questa ipotesi avrebbe già ottenuto il nulla osta del Ministero dell'economia. La proposta di modifica prevede che si possa evitare il contenzioso con il fisco per errori formali con il pagamento di 150 euro per ogni anno d'imposta. Il gettito atteso sarebbe di 800 milioni di euro in due anni.

Intanto, Luigi Di Maio è tornato anche sulla questione della quota 100 e del reddito di cittadinanza, pilastri portanti della manovra. "Da ministro del lavoro la norma su 'quota 100' e reddito di cittadinanza ce l'ho già pronta: sarà in un decreto legge subito dopo la legge di bilancio. Non c'è slittamento, collegato, calende greche" assicura parlando con i giornalisti in Transatlantico alla Camera. "Appena diventa operativo, con il voto del Parlamento sulla manovra, il fondo da 16 miliardi, chiederò a Conte di convocare il Cdm e fare il dl con le misure. Non ci si appigli alla lettera di Tria: nessuno slittamento, il 'reddito' sarà legge alla fine del 2018». Dalle simulazioni che il governo sta facendo a marzo dovrebbe dunque partire il reddito di cittadinanza e quota cento il mese precedente.