27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Economia

Manovra, nessuno scontro tra Lega e M5s: ma un elemento di divisione c'è

Al centro delle polemiche sulla 'pace fiscale' le imposte sulle case e sulle attività finanziarie all'estero. Ma il premier Conte da Bruxelles calma gli animi

ROMA - Il condono della cosiddetta 'pace fiscale' si estende anche all'imposta sul valore degli immobili all'estero e all'imposta sul valore delle attività finanziarie all'estero. Si queste due imposte, quella sulle case (Ivie) e quella sui conti detenuti all'estero (Ivafe), ad aver acceso le polemiche all'interno della maggioranza portando il vicepremier Luigi Di Maio a contestare apertamente la norma ritenuta uno scudo fiscale e minacciando di non votare il decreto se non verrà modificato. Nessuno scontro tra Lega e Movimento 5 stelle, però. Ad assicurarlo è il premier Giuseppe Conte: «Venerdì torno a Roma, venerdì si chiude. Noi abbiamo approvato un testo in Consiglio dei ministri e il testo deve essere quello» ha spiegato ai cronisti il presidente del consiglio già ieri sera rientrando in albergo dopo la cena di lavoro con i capi di Stato e di governo dell’Unione europea, chiudendo così la polemica scoppiata dopo le denunce del vicepremier Luigi di Maio su presunte modifiche al testo fatte da una «manina»; una eventualità sulla quale i vertici della Lega hanno negato ogni responsabilità.

Il motivo del contendere
Andando però ad analizzare il modo in cui è stata scritta la norma nell'articolo 9 del decreto (ci rifacciamo al documento del 16 ottobre ore 10.30, quindi successivo al Consiglio dei ministri) la 'pace fiscale' sarebbe un mix tra l'integrativa e una mini-voluntary disclosure. Le due imposte Ivie e Ivafe, infatti, si potevano già regolarizzare negli anni scorsi attraverso la voluntary (nella quale però si pagava anche sanzione su mancata dichiarazione su redditività dei conti). La norma (che ora dovrebbe essere modificata) stabilisce che queste due imposte oltre-confine evase potranno essere sanate con lo stesso meccanismo della pace fiscale pagando il 20% del dovuto senza sanzioni e interessi, integrando dichiarazioni già effettuate. Per diventare una voluntary piena mancherebbe la regolarizzazione del quadro RW sul monitoraggio fiscale, dove il contribuente denunciava l'esistenza di conti e immobili all'estero e regolarizzava pagando la sanzione agevolata. Resta, invece, solo l'inclusione di Ivie e Ivafe nel perimetro del 20%.

Cosa dice il comma 1 contestato da Di Maio
«Fino al 31 maggio 2019 i contribuenti possono correggere errori od omissioni ed integrare, con le modalità previste dal presente articolo, le dichiarazioni fiscali presentate entro il 31 ottobre 2017 ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive delle imposte sui redditi, delle ritenute e dei contributi previdenziali, dell'imposta sul valore degli immobili all'estero, dell'imposta sul valore delle attività finanziarie all'estero», si legge nel primo comma del contestato articolo 9 del dl fiscale e evidenziato da Di Maio ospite di Porta a Porta.

E cosa dice il comma 9
Di Maio punta il dito anche sul comma 9 dello stesso articolo che prevede la non punibilità per alcuni reati tributari e anche per i due gravi reati (previsti dal 648-bis, 648-ter, 648 ter1 del codice penale) il riciclaggio, l'autoriciclaggio e l'impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (con l'eccezione di terrorismo e analoghi). Tutte misure già utilizzate in passato per rendere appetibile la voluntary che sospendeva il reato di riciclaggio e autoriciclaggio altrimenti nessuno sarebbe stato incentivato a pagare un ammenda ridotta, regolarizzare la propria posizione con il fisco e riportare i capitali in Italia, per poi essere punito. Operazioni rigettate dal ministro pentastellato che continua a invocare il carcere per chi evade. In generale il decreto, rispetto a quanto spiegato in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri di lunedì, prevede effettivamente un condono a maglie più larghe con una sanatoria estesa ai contributi previdenziali, alle imposte sostitutive e anche all'Iva, con un tetto di 100 mila euro non onnicomprensivo, ma per singolo tributo e per ogni periodo di imposta.