19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Economia

Wto, perché questo vertice è un clamoroso flop

Il negoziatore americano Robert Lighthizer è tornato a casa dopo aver rifiutato di fare ogni concessione all'India, ma non finisce qui

Il rappresentante della Svizzera al Wto, 11 dicembre 2017
Il rappresentante della Svizzera al Wto, 11 dicembre 2017 Foto: ANSA/ EPA/David Fernandez ANSA

BUENOS AIRES - «I negoziatori sono settati sulla modalità 'guardare avanti', per mettere in piedi programmi di lavoro credibili per il futuro. Anche se c'è disappunto per non aver raggiunto risultati ambiziosi qui a Buenos Aires». Così il portavoce della Wto Keith Rockwell, riportando il risultato raggiunto dalla conferenza ministeriale della Wto a poche ore dalla cerimonia di chiusura fissata per le 20 ora locale. Mentre la presidente argentina della conferenza Sofia Scaserra sta lavorando intensamente a una dichiarazione congiunta, sulla quale non c'è accordo visto che è sostenuta da 44 Paesi soli sui 164 membri della Wto, il negoziatore americano Robert Lighthizer è tornato a casa, come la rappresentante norvegese, dopo aver rifiutato di fare ogni concessione all'India sullo stoccaggio pubblico per la sicurezza alimentare e di fatto rendendo quasi impossibile un risultato positivo per il vertice.

Il flop del vertice del Wto
Le uniche cose raggiungibili, al momento, sono documenti separati che istituiscono un gruppo di lavoro per l'accesso del Sud Sudan nell'organizzazione, una dichiarazione ministeriale su donne e commercio sottoscritta da 118 Paesi, un'altra per l'abolizione dei sussidi ai combustibili fossili, cui la Ue non ha aderito. E forse altre dichiarazioni di alcuni Paesi sulla volontà di lavorare sulla pesca, sulla facilitazione degli investimenti e le micro e piccolo-medie imprese, fortemente avversate da molti membri con nuovi temi introdotti quando ancora non c'era accordo sull'agenda di sviluppo lanciata a Doha. Gli Usa da parte loro spingono per prolungare la moratoria che permetterebbe per altri due anni di continuare a garantire dazi zero a beni e servizi scambiati via internet, in cambio del mantenimento dell'attuale moratoria sull'applicazione delle prerogative dei brevetti sui farmaci essenziali da parte dei Paesi più poveri.

Il veto degli Stati Uniti
Sul raggiungimento di un qualche risultato sullo sviluppo c'è un pesante veto degli Stati Uniti, che dopo aver criticato la Wto per garantire un trattamento privilegiato ad alcuni Paesi un tempo poveri, ma oggi protagonisti del mercato, ha sottoscritto ieri sera insieme a Europa e Giappone una dichiarazione, in chiave anti-cinese, di volontà di lavorare insieme a livello trilaterale contro pratiche di concorrenza sleale, violazione di proprietà internazionale e sussidi distorsivi del mercato. Anche l'accordo bilaterale tra Europa e Paesi del Mercosur, compresa l'Argentina, che sembrava raggiungibile a margine del vertice, si è arenato senza raggiungere la firma di fine trattative, anche se il presidente ospite Mauricio Macri aveva organizzato per oggi una grande conferenza ufficiale di lancio, successivamente rinviata.

L'operazione potrebbe essere sul punto di fallire
Ieri sera i negoziatori hanno ammesso di avere bisogno almeno di altri tre mesi per avvicinare le posizioni, e che oggi in una sobria comunicazione alla stampa chiariranno i risultati raggiunti e quello che resta ancora da fare a Bruxelles. Il grande sconfitto del vertice è sicuramente il premier argentino Macri, che ha messo la faccia su un grande di successo, con la Wto e l'Europa, per lanciare con maggiore forza la presidenza argentina del G20 spostando l'attenzione dalla difficile battaglia interna sulla riforma delle pensioni che lo vede sotto forte attacco da parte sindacale. Con un vertice-flop di queste proporzioni, se nulla cambierà nelle ultime ore, l'operazione potrà dirsi senz'altro fallita. Ma la stessa Wto ha poche ore per convincere i suoi membri che il lavoro che li aspetta a Ginevra, dopo la ministeriale, sia davvero insostituibile per i loro affari.