23 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Bitcoin

Il bitconin correrà ancora a lungo, metterlo fuori legge sarà impossibile: farà collassare gli Stati?

Il bitcoin sta saturando il mercato delle criptovalute da solo, e il suo meccanismo sta arricchendo solo una componente della società. E' un monopolio? E soprattutto, cosa ci aspetta per il futuro?

BRUXELLES - Il sultano di Delhi Muhammad bin Tughluq (1324-1351) è stato più volte portato ad esempio degli storici come modello di stravaganza e ferocia. La sua passione per i cadaveri dei suoi «nemici», e la sua concezione del denaro, lo hanno reso immortale. Dei nemici, o sedicenti tali, gli storici raccontano come amasse farli decapitare a mucchi, che poi lasciava marcire per giorni all’esterno del suo palazzo imperiale. Per quanto concerne il denaro la storia è apparentemente più complessa, ma assai riconducibile alla nostra quotidianità. Il sultano decise un giorno di conquistare la Cina con una spedizione di centomila cavalieri che, dopo pochi mesi, si trasformò in un completo sfacelo. Soldati e animali – elefanti e cavalli – furono annientati dal freddo e dalla durezza dell’Himalaya. A Delhi, dopo due anni di peripezie, tornarono appena in dieci: che il sultano Muhammad provvide subito a far impiccare. Dovevano morire insieme agli altri 99990, e il loro ritorno, dopo infinite peripezie e patimenti, era un affronto. Il personaggio era indubbiamente bizzarro ma risoluto. Nella sciagurata spedizione militare vennero dilapidate le casse del sultanato: Muhamad rimase senza una moneta. Questo nonostante le tasse elevatissime che lui imponeva ai sudditi, nonché il serbatoio ricolmo di oro massiccio che aveva ricevuto in eredità dal padre.

Stampare moneta, e poi?
Aveva però sentito parlare della carta moneta, in uso presso i cinesi da molto tempo: e la cosa gli piacque molto. Solo che non ne capì molto bene il funzionamento. Fece coniare una grande quantità di monete di rame a cui diede il valore delle monete d’argento e d’oro: tutto si sarebbe comprato e venduto con quelle nuove monete. Principi, capi villaggio e proprietari terrieri iniziarono a "stampare" moneta e in poco tempo praticamente ogni casa degli indù si trasformò in una zecca. Il sultanato invece incominciò un processo di inesorabile impoverimento. Ben presto, come ovvio, il valore delle nuove monete si svalutò, mentre le vecchie monete d’oro, divenute rarissime, cresceva esponenzialmente. Le nuove monete di rame persero ogni valore, e il sultano, accortosi del disastro, fu costretto e sequestrarle, dando in cambio le antiche monete. Dopodiché aumentò le tasse per recuperare il tesoro che aveva redistribuito: ma lo fece con avidità, scatenando una crisi di liquidità che ben presto portò alla carestia e al successivo sfascio sociale, che egli ovviamente stroncò affogandolo nel sangue.

La lunga storia del denaro al capolinea
Cosa sia il denaro, quale funzione abbia, e soprattutto quale coscienza intrinseca esso porti sono enigmi che lo circondano da sempre, a cui filosofi e non solo hanno dato risposte più o meno vaghe, più o meno serie. Tra le infinite, rimane famosa e degna di menzione la citazione di Henry Ford: «Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione». Parole che spiegano molte cose. Sui segreti, per altro abbastanza evidenti, che il denaro nasconde è sufficiente pensare che tutti i sovrani, i dittatori, i presidenti eletti democraticamente, in qualsiasi parte del mondo hanno sempre condannato con la massima severità chiunque anche coniasse moneta. L’incantesimo del denaro, del suo valore, afferisce alla sfera del divino umanizzato, e come tale non è (era) oggetto di libera concorrenza. Non che qualcuno non ci abbia pensato: il barone Von Hayek nel 1976 sostenne che il mercato valutario doveva essere irrorato anche di monete private emesse da banche di emissione private, ed escludeva che tale emissione potesse essere limitata da qualche norma. Il cittadino poteva quindi scegliere liberamente tra una moneta e l’altra, pubblica o privata: tutto questo prese il nome di denazionalizzazione della moneta.

Chi arricchisce il bitcoin?
Di fronte alla attuale, e totale, egemonia dell’ideologia neoliberale di stampo austriaco, ovvero la completa vittoria di von Hayek, ci si può legittimamente domandare se il bitcoin sia un prodotto di quel pensiero. La Bce, in fondo, è una banca privata: anch'essa opera in regime di monopolio assoluto. Gli anarcocapitalisti sostengono che no, il barone non avrebbe apprezzato data la struttura troppo rigida del bitcoin, dato che esso è emesso in forma fissa: 25 nuovi bitcoin sono "coniati" ogni dieci minuti e questa cifra è destinata a ridursi ogni quattro anni finché la cifra totale di bitcoin in circolazione non avrà raggiunto i 21 milioni. Quindi, par di capire, la critica da parte ultralberista, semplificando al massimo, è molto semplice: il bitcoin sta saturando il mercato delle criptovalute da solo, e il suo meccanismo sta arricchendo solo una componente della società. Si tratterebbe quindi di un monopolio.

Mondo parallelo, nuovo biologia del macchine
Da questo quadro si evince, in prospettiva, l’intera vicenda del bitcoin. Ovvero la creazione di un mondo parallelo, con uno stato di natura parallelo, avente una moneta parallela. Nulla unisce come il denaro le masse: nessuna lingua, cultura, storia. Esso è l'incantesimo degli incantesimi, la formula che mille mondi apre. E la caratteristica principale del denaro è che esso rappresenta una massa aperta avente la volontà intrinseca di tendere ad infinito. Nessuna massa ha una forza così potente. Per questo tutti coloro che hanno tentato di coniare una moneta nel passato sono finiti, i più, alla forca: perché esso è un atto insurrezionale contro il primato dello Stato, o di qualsiasi altra forma di organizzazione che non sia privata. Nell'attuale contesto storico, grazie alla rivoluzione tecnologica, giunge il mito del bitcoin. Dietro di esso potrebbe celarsi «solamente» un nuovo reame cibernetico da cui l’essere umano è escluso. Da tempo si discute sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale, scienziati e filosofi convergono che il passo definitivo sarà quello che porterà l’intelligenza artificiale ad avere una coscienza. Tutte le religioni della storia, e in primis il Cristianesimo, hanno sempre messo in guardia gli uomini dalla coscienza intrinseca del denaro: «Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona» (Mt 6, 19-24).

Quale futuro?
Nessuno sa chi siano i «fondatori» di tale moneta, che non ha una sua materialità, essendo essa, appunto, un bit. Dietro il mito del fondatore anonimo, marketing brutale, probabilmente si cela una verità più sinistra: un sistema autoregolante e, di fatto, fuori dal controllo umano. Il bitocoin ha quindi già «coscienza di sé, e sta sviluppando una coscienza per sé»: perché la sua corsa verso il rialzo perpetuo appare senza limiti. E nessun governo - quello cinese sta tentando di fare qualcosa in merito ma con scarso successo - o banca centrale è in grado fisicamente di fermarlo. Anche perché esso vive al di là della materialità, appunto.  Cosa accadrà in futuro? Il fattore di accrescimento del bitcoin, e quindi la sua diffusione, al di là delle abili operazioni di marketing è molto scarso: anche perché è volutamente tenuto sotto controllo da suo sistema autoregolante. Il governi appaiono indecisi: non sanno se procedere con la sua messa fuori legge, oppure tollerarne la modesta diffusione. E’ più probabile una strategia contenitiva del fenomeno, data anche la sua complessità: e soprattutto in virtù del fatto che, oscurato il bitcoin, come non è ipotizzabile al momento, nascerebbero immediatamente molte altre criptomonete che ne prenderebbero il posto. Il principio, per dare un’idea, che regola la vita di questi fenomeni cibernetici è quello della condivisione dei file nata con Napster: da subito tale pratica fu messa fuori legge, ma ne seguirono molte altre e oggi, di fatto, è una realtà comune.