Saldi estivi 2017 nel segno dell'incertezza
Per la Confesercenti i commercianti si mostrano fiduciosi ma non troppo: per il 66% i saldi estivi andranno come lo scorso anno, senza crescere né diminuire. Aumentano, invece, gli sconti: un negozio su quattro partirà dal 50%. Codacons: «1 negozio su 3 già applica gli sconti».
ROMA - Saldi estivi 2017 al via nel segno dell'incertezza. Un italiano su tre è ancora indeciso, soprattutto per ragioni economiche, se partecipare o meno alle vendite di fine stagione estive che si apriranno domani in tutta Italia. E anche tra chi approfitterà dei saldi per dare una rinfrescata al guardaroba, solo uno su due ha già stabilito un budget: in media circa 220 euro a famiglia, in linea con le rilevazioni dello scorso anno. Pure i commercianti si mostrano fiduciosi ma non troppo: per il 66% i saldi estivi andranno come lo scorso anno, senza crescere né diminuire. Aumentano, invece, gli sconti: un negozio su quattro partirà dal 50%.
È quanto emerge dall'indagine previsionale sulle vendite di fine stagione condotta da Confesercenti su campioni rappresentativi delle imprese e dei consumatori e chiusa la sera di giovedì 29 giugno.
Tra chi è indeciso se partecipare o ha già scelto di non farlo, uno su quattro lo fa perché ritiene di non avere risorse economiche sufficienti, mentre il 37% preferisce risparmiare qualcosa per il futuro. Il restante 38%, invece, indica la mancata necessità di vestiti o accessori come ragione principale. Ma anche tra chi ha già pianificato acquisti cresce la prudenza: il 47% cercherà soprattutto la convenienza, mentre solo uno su quattro (il 27%) approfitterà degli sconti per portare a casa a prezzo ridotto uno o più capi di qualità.
VENDITE LENTE - «Quest'anno i saldi saranno più convenienti che mai», ha spiegato il presidente Fismo Confesercenti, Roberto Manzoni,. «Le vendite quest'anno sono state lente, ed i clienti troveranno un assortimento record con sconti davvero interessanti, messi in campo dai negozianti per contrastare l'incertezza delle famiglie».
La distribuzione moda, soprattutto quella tradizionale, non è infatti ancora pienamente uscita dalla crisi. Nel 2016 le vendite hanno segnato nuovamente un calo (-0,2 per l'abbigliamento, -0,4% per calzature e accessori) e sono scomparsi altri 2mila negozi, per un totale di 7mila attività sparite negli ultimi tre anni.
Nonostante la ripresa dei consumi generale, infatti, il terreno perduto da recuperare è ancora molto: la spesa in moda delle famiglie si è ridotta del 27,5% tra il 2007 ed il 2015. La diminuzione ha investito tutte le regioni dell'Italia, con punte fortissime soprattutto nel centro: in Abruzzo si è persa più della metà dei consumi in abbigliamento e moda, ma si registrano picchi negativi anche in Calabria (-47,5%) ed in Umbria (-48%). L'unico trend positivo, anche se di poco, si registra in Trentino Alto Adige/Sud Tirol, dove la spesa è cresciuta dello 0,8%.
CODACONS - I saldi sono di fatto già partiti in 1 negozio su 3 in tutta Italia. A comunicarlo è il Codacons. Ufficialmente la partenza dei saldi è prevista per domani, ma gli esercenti applicano già sconti medi dal 20 al 40%, proponendoli direttamente ai consumatori in fase di acquisto, accettando le richieste di sconti dei cittadini o inviando mail, sms e messaggi WhatsApp ai clienti fidati.
«È oramai evidente a tutti come i saldi di fine stagione siano obsoleti - ha affermato il presidente Codacons, Carlo Rienzi - Si tratta di una pratica medievale che ha perso appeal tra i consumatori, come dimostrano i dati tragici sulle vendite degli ultimi anni. A determinare la morte dei saldi, oltre alla crisi economica, l'avvento del commercio online, che consente agli utenti di acquistare tutto l'anno prodotti scontati, senza limiti temporali. E' quanto mai necessario rivedere la legge sugli sconti di fine stagione, liberalizzando il settore e lasciando maggiore libertà di scelta ai commercianti».
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