18 aprile 2024
Aggiornato 20:30
no conseguenze negative

Trivelle, lettera aperta per no a referendum: grave danno a paese

Il referendum, si legge, «conferma la patologica difficoltà nel nostro Paese a realizzare investimenti infrastrutturali, nell'energia come in altri settori». Tra i firmatari, Castronovo, Clo e Sapelli

No a referendum trivelle
No a referendum trivelle Foto: Shutterstock

ROMA - Una vittoria del sì al referendum del 17 aprile sulle cosiddette trivelle "causerebbe grave nocumento all'intera industria italiana, alle comunità e ai territori locali, all'intero nostro paese». Questa la posizione espressa in una lettera aperta sottoscritta da una serie di economisti, docenti universitari, manager, geologi e tecnici del settore petrolifero per sostenere le ragioni del no al referendum. Secondo gli esperti tra cui gli economisti Alberto Clò e Giulio Sapelli, lo storico Valerio Castronovo, il manager Franco Bernabè, "il referendum sull'attività estrattiva degli idrocarburi in Italia solleva gravi preoccupazioni che travalicano il suo specifico contenuto".

No a referendum trivelle
Il referendum, si legge, "conferma la patologica difficoltà nel nostro Paese a realizzare investimenti infrastrutturali, nell'energia come in altri settori, essenziali al suo sviluppo, alla sua modernizzazione, financo al suo miglioramento ambientale, ma impediti da una pregiudiziale ostilità e da una disinformazione basata su argomenti spesso privi di ogni fondamento». Nel merito, il referendum, se approvato accrescerebbe,"la nostra endemica dipendenza e vulnerabilità da paesi ad elevata rischiosità politica, contenendone i costi ed accrescendo la sicurezza energetica». "Siamo altresì fermamente convinti - si nelle nella lettera aperta - che queste attività non causino le paventate e indimostrate conseguenze negative sull'economia dei territori interessati che, anzi, come dimostra l'esperienza del nostro paese, vengono a beneficiare di grandi opportunità di sviluppo".