23 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Un atto di legalità

Ama licenzia i raccomandati degli amici di Alemanno

Sessanta tra dipendenti e autisti della municipalizzata romana della nettezza urbana sono stati cacciati: erano stati assunti durante lo scandalo Parentopoli. Una mossa impopolare ma giusta: ora, però, si licenzino anche incapaci e fannulloni

ROMA – Un bel promemoria a chi, attaccando l'attuale sindaco Ignazio Marino, cerca di nascondere sotto al tappeto la maleodorante eredità del suo predecessore Gianni Alemanno (che, giova ricordare anche questo, è tuttora indagato per 416 bis: concorso esterno in associazione mafiosa). Una sessantina tra dipendenti e autisti dell'Ama, la municipalizzata che gestisce la nettezza urbana, assunti su raccomandazione degli uomini di fiducia dell'ex primo cittadino. Ovvero dell'allora amministratore delegato Franco Panzironi, del presidente della commissione esaminatrice Bruno Frigerio e dell'allora capo dell'area legale Gianfrancesco Regard: tutti appena condannati in primo grado dal Tribunale di Roma per abuso d'ufficio nell'ambito, appunto, dello scandalo parentopoli. Tra gli amici degli amici ricompensati con un posto in Ama c'erano il figlio del segretario di Alemanno e Gasparri, la figlia del caposcorta dello stesso Alemanno, il futuro genero di Panzironi e altre persone a vario titolo vicine alla politica romana e in particolare all'estremismo di destra.

Perché i sindacati non tacciono?
Da oggi tutti costoro non peseranno più sulle casse pubbliche, con i loro stipendi tra i 60 mila e i 96 mila euro all'anno a testa, ma dovranno cercarsi un altro lavoro. E il nuovo presidente Daniele Fortini, che ne ha richiesto la cacciata, annuncia di aver avviato pure «la procedura per il risarcimento del danno» contro i condannati, ovvero per far pagare di tasca loro i salari indebitamente percepiti da questi dipendenti. Evviva: finalmente anche in Italia qualcuno che commette errori, di cui è tutta da dimostrare la buona fede, ne risponde in prima persona. Naturalmente i sindacati hanno subito storto il naso, come accade puntualmente ogni volta in cui si cerca di fare qualcosa di buon senso: «Il cambiamento si pianifica e si mette in campo con tempestività, non si improvvisa – ha commentato l'onnipresente segretario della Fp Cgil di Roma e del Lazio Natale Di Cola, il Landini «de noantri» – E non si pratica solo colpendo gli obiettivi più semplici. Ci vuole ambizione e la forza di colpire in alto». Almeno stavolta le associazioni di categoria potevano optare per un pietoso silenzio, capendo che qui non si sta parlando della perdita di posti di lavoro, ma della riassegnazione di questi posti a chi li merita davvero, togliendoli a chi li stava usurpando. Una mossa, dunque, a favore e non contro i lavoratori, che i sindacati dovrebbero sostenere con forza, come facciamo noi.

Ora avanti con i licenziamenti
Noi che siamo talmente favorevoli all'azione svolta oggi da Ama da invitare l'azienda, le altre municipalizzate e la Giunta Marino a fare ancora di più. Non si licenzino solo gli assunti di Parentopoli, ma anche l'esercito di incapaci, di incompetenti, di fannulloni, di assenteisti che bivaccano in Comune e nelle sue società, rubando il loro stipendio senza restituire servizi adeguati ai cittadini per cui dovrebbero lavorare. Ha ragione Marino quando difende la decisione di Fortini con queste parole: «Bisogna licenziare anche se si andrà incontro a cause e rischio risarcimenti a più cifre: è il segnale giusto non solo per l’azienda ma anche per la città». Verissimo. Avremmo voluto sentirgli pronunciare le stesse parole anche qualche settimana fa nel pieno del caso Atac (appoggiando l'attivismo a volte un po' maldestro del suo assessore Stefano Esposito), quando i dieci dirigenti riconosciuti colpevoli degli scioperi bianchi di quest'estate non si poterono cacciare a calci nel sedere perché non c'erano in banca abbastanza soldi per pagare loro le liquidazioni. E ci mancherebbe ancora che dovessero prendere pure una buonuscita...