29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
A rischio mille posti di lavoro

NTV insorge contro canone RFI

Forte presa di posizione di Ntv all'indomani dell'approvazione del governo del decreto legislativo di recepimento della direttiva europea «Recast» sullo spazio unico europeo per il trasporto ferroviario.

ROMA (askanews) - Forte presa di posizione di Ntv all'indomani dell'approvazione del governo del decreto legislativo di recepimento della direttiva europea «Recast» sullo spazio unico europeo per il trasporto ferroviario. L'azienda ferroviaria in una nota esprime «sconcerto e forte preoccupazione», in particolare nella parte del decreto in cui «viene drasticamente ridimensionato il ruolo dell'Authority dei Trasporti, riducendone i poteri sanzionatori così dal renderli inefficaci e negandole un ruolo primario nel processo di definizione del pedaggio e del sovraprezzo allo stesso».

In particolare, il decreto legislativo approvato ieri dal Consiglio dei ministri assume il principio di «indipendenza delle funzioni essenziali del gestore dell'infrastruttura relative alla determinazione e riscossione dei canoni e all'assegnazione di capacità dell'infrastruttura». In pratica il prezzo del pedaggio che le aziende ferroviarie, Ntv compresa, devono pagare sarà stabilito unicamente a Rfi, società delle Fs che possiede l'infrastruttura, mentre l'Autorità dei trasporti potrà dare solo un pare non vincolante. Ntv chiedeva invece che all'Authority venisse affidato un ruolo vincolante nella determinazione dei pedaggi.

Nello specifico, il decreto legislativo stabilisce che il gestore dell'infrastruttura ferroviaria, quindi Rfi, sulla base dei criteri di determinazione del canone stabiliti dall'Authority, sentiti i ministeri dei Trasporti e del Tesoro che devono esprimersi entra 30 giorni, «determina il canone dovuto dalle imprese ferroviarie per l'utilizzo dell'infrastruttura e procede alla riscossione dello stesso».

Inoltre, per quanto riguarda il canone per l'utilizzo della rete ad Alta velocità, che riguarda più specificamente Ntv, il decreto stabilisce che «il gestore dell'infrastruttura può stabilire o mantenere canoni più elevati» senza che sia previsto esplicitamente che anche tale meccanismo debba conformarsi ai criteri individuati dall'Art, ma solo sulla base di progetti di investimento specifici che migliorino l'efficenza e la redditività.

Inoltre Ntv punta il dito sulle sanzioni che l'Authority può comminare, definendole esigue. Nel decreto legislativo è stabilito che l'Autorità di regolazione, in caso di accertate violazioni della disciplina relativa all'accesso e all'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria, può irrogare una sanzione amministrativa pecuniaria fino a un massimo dell'1% del fatturato realizzato dalla società che ha commesso la violazione nell'esercizio precedente e comunque non superiore a 1 milioni di euro. In caso di inottemperanza a ordini o prescrizioni, la sanzione va da 100 mila a 500 mila euro. Nel caso in cui, a seguito di una richiesta di informazioni, queste non vengano fornite o vengano fornite inesatte o fuorvianti, la sanzione va da 50 mila a 250 mila euro. Infine, nei casi di reiterazione delle fattispecie indicate, l'Art può irrogare una sanzione fino al doppio del massimo previsto.

«Se tale testo dovesse essere quello definitivo - lamenta Ntv -, sarebbe un gravissimo passo indietro sulla strada delle liberalizzazioni perchè diminuirebbe ulteriormente la già esigua concorrenza nel settore ferroviario a favore del Monopolio di Stato, danneggerebbe i cittadini che viaggiano e gli imprenditori privati che hanno investito più di 1 miliardo di euro e metterebbe a rischio l'occupazione di quasi 1000 persone».

Già il mese scorso, l'amministratore delegato di Ntv, Flavio Cattaneo, in audizione al Senato aveva avvertito che senza un recepimento, coerente con lo spirito concorenziale, della direttiva Recast, l'azienda sarebbe stata costretta ad uscire dal mercato. Ora la compagnia privata di trasporto ferroviario si riserva si portare il caso davanti alla Commissione europea «per denunciare il non corretto recepimento della direttiva che crea di fatto ulteriori ostacoli alla concorrenza e chiederà di essere sentita nelle opportune sedi per denunciare l'effettiva situazione italiana».

«Un quadro normativo non stabile - avverte infine Ntv - disincentiva fortemente chi vuole investire in Italia perché non si liberalizza eliminando le garanzie alla concorrenza».

Intanto l'azienda si prepara all'aumento di capitale da 100 milioni, l'assemblea che inzialmente era stata fissata a metà mese, slitterà a fine giugno per consentire di mettere a punto tutti i dettagli della ricapitalizzazione, che, secondo indiscrezioni di stampa, dovrebbe avviarsi con una prima tranche da 60 milioni di euro.