Brusca frenata del mercato del lavoro negli Stati Uniti
A marzo la disoccupazione è rimasta stabile al 5,5 per cento, mentre sono stati creati 126 mila posti di lavoro, grossomodo la metà di quanto si attendevano gli analisti e ben meno dei livelli registrati nei mesi precedenti.
NEW YORK (askanews) - Brusca frenata del mercato del lavoro negli Stati Uniti, a riprova di una possibile perdita di slancio dell'economia. A marzo la disoccupazione è rimasta stabile al 5,5 per cento, mentre sono stati creati 126 mila posti di lavoro, grossomodo la metà di quanto si attendevano gli analisti e ben meno dei livelli registrati nei mesi precedenti. Peraltro, il dipartimento del lavoro ha rivisto consistentemente al ribasso i dati dei due mesi precedenti: su entrambi quasi 70 mila nuovi posti creati in meno.
Il tasso di disoccupazione resta ai minimi da quasi sette anni (dal maggio 2008), ma la performance numerica di nuovi posti è la più contenuta dal dicembre del 2013.
PESA IL RAFFORZAMENTO DEL DOLLARO - Al di là di alcuni fattori straordinari che possono aver influenzato le cifre, come quelli climatici sulle costruzioni, secondo gli analisti si sono sentiti gli effetti dei rafforzamenti del dollaro nei mesi passati, che hanno eroso l'occupazione nel manifatturiero. Altri tagli hanno riguardato il settore pubblico, ma uno dei bilanci più negativi è stato quello del comparto minerario, estrattivo e energetico, che ha ricevuto il contraccolpo del crollo dei prezzi petroliferi. A pesare anche una insolita debolezza dell'attività nei porti di tutta la costa occidentale, che si è trascinata da novembre fino a febbraio.
La prospettiva di un rallentamento dell'economia ora ha un effetto opposto sul biglietto verde: spinge al deprezzamento dato che alimenta la possibilità che la Federal Reserve, la Banca centrale mantenga una linea molto cauta su eventuali inasprimento monetario. Tant'è che sul mercato dei cambi - praticamente l'unico rimasto aperto nel Venerdì Santo - l'euro è schizzato al rialzo, risalendo sopra quota 1,10 dollari per la prima volta da quasi un mese.
CRESCONO I SALARI - L'unica nota positiva è arrivata dalla dinamica dei salari, che è rimasta solida. Nel confronto su base annua sono cresciuti del 2,1 per cento, superando l'inflazione. Ma anche qui con un neo: le ore medie lavorate per settimana sono diminuite. E anche questo è un segnale di debolezza.
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