I lavoratori bocciano sia il Comune che i sindacati
Nel referendum tra gli impiegati comunali vince il «no» alla proposta di accordo. Cgil e Cisl al DiariodelWeb.it: «Ora si ricomincia tutto da capo. E trovare una nuova intesa sugli stipendi sarà ancora più difficile»
ROMA – «Tutto da rifare. Per dirla alla Troisi, invece che ricominciare da tre, si ricomincia da zero». Sceglie questa efficace immagine Fabio Moscovini, sindacalista dell'Fp Cgil di Roma, per sintetizzare il risultato del referendum a cui ieri hanno partecipato i 24 mila impiegati comunali. L'esito, per giunta con un'affluenza record di oltre il 60%, è stato uno schiaffo ai sindacati: i lavoratori, infatti, hanno bocciato la loro proposta di accordo con il Campidoglio, che accettava di attribuire il salario accessorio in base al merito e alla produttività.
I SINDACATI RITIRANO LA FIRMA – «Avevamo responsabilmente sottoscritto una pre-intesa proprio per cercare di superare l'atto unilaterale del Comune – racconta al DiariodelWeb.it Roberto Chierchia, segretario romano di Cisl Fp – Credevamo di aver recuperato tutto quel salario che nel contratto decentrato era stato tagliato. Ma il documento stesso prevedeva che avremmo dovuto chiedere il parere definitivo dei lavoratori. Il referendum ha dato esito, non totalitario ma a maggioranza, per il 'no' e noi prendiamo atto di questa volontà. Stiamo quindi per inviare all'Amministrazione la nota con la quale ritireremo la firma dalla pre-intesa».
MA MARINO NON CEDE – La bocciatura dei dipendenti riapre la strada all'atto unilaterale voluto dal sindaco. E ostacola ulteriormente qualunque possibile trattativa: «La strada scelta complica, e di molto, la situazione in atto – commenta ai nostri microfoni Moscovini – a partire dalle condizioni di lavoro, dalle buste paga e dai servizi ai cittadini. L'Amministrazione ha annunciato che ripartirà, come noi avevamo previsto, proprio dall'atto unilaterale. Si riaprirà il confronto, lo stesso che ci ha tenuti impegnati per un anno, e auspichiamo che si raggiunga al più presto un'intesa. Anche se non sappiamo come sarà possibile trovarne una diversa da quella che avevamo sottoscritto».
SI TORNA A CONTRATTARE – L'auspicio delle sigle sindacali, insomma, è quello che dal Campidoglio si apra uno spiraglio di responsabilità. E che non si prosegua su un'impostazione criticata unanimemente da tutti i rappresentanti dei lavoratori: «Richiamiamo la responsabilità di tutti – prosegue Chierchia – Vorremmo evitare la riproposizione di un atto unilaterale, che è sempre scorretto e illegittimo, perché non tiene conto dei bisogni di tutti. La stessa legge dice che dev'essere un atto provvisorio in vista di un ritorno ai tavoli. Purtroppo, ci sembra che l'intenzione dell'Amministrazione sia in senso contrario, almeno stando alle prime dichiarazioni. Aspetteremo di capire la strategia dell'ente e poi siamo pronti a fare quadrato per trovare una soluzione. Crediamo che la contrattazione sia lo strumento per dare alla città i servizi di qualità che merita ed evitare che i lavoratori siano penalizzati sui salari. Applicare il contratto unilaterale sarebbe la via peggiore».
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