28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Il rapporto Istat «Noi Italia»

Boom di rinnovabili, Italia meglio dell'Europa

Il 33,7% del nostro consumo di energia elettrica proviene dall'apporto idrico delle regioni montuose e dall'energia eolica nel Mezzogiorno. un dato più alto rispetto alla media Ue28 pari al 23,5%

ROMA - Chi l'avrebbe mai detto che siamo meglio della Germania, tanto più in fatto di energie rinnovabili? La nuova indagine Istat sugli italiani, "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo", lo dice chiaramente: il 33,7% del nostro consumo di energia elettrica proviene dall'apporto idrico delle regioni montuose e dall'energia eolica nel Mezzogiorno. La percentuale si riferisce al 2013 ed è in aumento del 6,8% rispetto all'anno precedente. Un dato ben più imponente rispetto a quello tedesco, che scalfisce una volta per tutte il presunto primato «germanico» sulle energie alternative. Anche rispetto ai consumi da rinnovabili le cose vanno bene: noi ci attestiamo su un 27,6%, un dato più alto rispetto alla media Ue28 pari al 23,5%.

MEGLIO DI GERMANIA, FRANCIA E UK - Non solo: rispetto ai Paesi di più grande dimensione, siamo al di sopra di Germania, Francia e Regno Unito, e sotto alla Spagna. Austria e Svezia dominano con valori superiori al 50%, rispettivamente 65,5% e 60%. Inoltre, mentre è sostanzialmente uniforme sul territorio nazionale lo sviluppo della produzione elettrica da biomasse, una particolarità arriva dalla Toscana grazie alla produzione di energia geotermica.

KYOTO È VICINO - Altro dato positivo raccolto dal rapporto è che le emissioni di gas serra nel nostro Paese si avvicinano sempre di più agli obiettivi definiti dal Protocollo di Kyoto. Nel periodo 2008-2012 i Paesi dell'area Ue15 si sono impegnati a ridurre le emissioni complessivamente dell'8% rispetto al livello del 1990. Per l'Italia l'obiettivo è una riduzione del 6,5%.

MALE IL CONSUMO PRO-CAPITE - Nota dolente invece per il consumo pro capite di energia elettrica, che risulta inferiore sia agli altri Paesi di grandi dimensioni sia alla media europea. «Nel 2013 i consumi elettrici sono pari a 4856,0 kWh per abitante. Rispetto al 2012, il consumo complessivo di energia elettrica aumenta nel settore dell’agricoltura e del terziario, mentre si riduce nell’industria e nel settore domestico». Se si va poi a guardare cosa succede a livello regionale le differenze sono abissali: Val d’Aosta e Trentino registrano rispettivamente un 310,4% e un 176,8% per via della produzione di energia superiore alla richiesta interna, grazie all’apporto dell’idroelettrico. Migliorano anche le regioni del centro come l’Umbria, passata dal 17,5% al 47,8%, e il Molise, dal 16,6% all’89,3%. Ma la vera sorpresa è rappresentata dalle regioni meridionali come Puglia (dal 3,3 al 44,3%), Basilicata (dal 7,2 al 65%), Calabria (dal 12,6 al 79,8%) e Sicilia (dallo 0,5 al 23,6%).