25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
L'utile è in discesa, ma De Scalzi prevede tempi migliori

ENI: male il petrolio, bene la gestione

Piazza Affari non ha reagito male alla diffusione dei risultati preliminari del 2014 del Cane a Sei Zampe, che ha guadagnato il 3,18%. La compagnia petrolifera ha spiegato che intende proporre un dividendo di 1,12 euro per azione. Sale di molto il cash flow (+36,8%)

ROMA – La Borsa non ha reagito male alla diffusione dei risultati preliminari del 2014 di Eni, anzi. Il titolo del Cane a Sei Zampe ha iniziato le contrattazioni nel segno dell'ottimismo guadagnando il 3,24% a 16,23 euro (16,22, +3,18% in chiusura). La compagnia petrolifera ha voluto rassicurare i mercati, spiegando che nel 2015 il Consiglio di amministrazione intende proporre un dividendo di 1,12 euro per azione, rispetto agli 1,10 euro pagati l'anno scorso, di cui 0,56 euro già distribuiti nel settembre scorso. Il saldo di 0,56 euro sarà messo in pagamento dal 20 maggio con stacco cedola il 18 maggio 2015.

UTILE GIU' DEL 74%, +36% CASH FLOW - Eni ha chiuso il 2014 con un utile netto sceso del 74 per cento rispetto all'esercizio precedente a 1,33 miliardi di euro. Sul risultato hanno pesato oneri e svalutazioni per 1,94 miliardi e la revisione del valore delle scorte per 860 milioni. L'utile netto adjusted è sceso del 16,3 per cento a 3,70 miliardi. L'utile operativo adjusted è sceso dell'8,5 per cento a 11,57 miliardi di euro. In forte incremento, invece, il cash flow operativo che nel 2014 si è attestato a 15,08 miliardi di euro rispetto agli 11,02 miliardi dell'anno precedente (+36,8%). Nell'ultimo trimestre il risultato netto è stato negativo per 2,34 miliardi di euro rispetto ai -647 milioni dello stesso periodo di un anno fa mentre l'utile netto adjusted è passato da 1,28 miliardi a 464 milioni di euro. Il risultato operativo adjusted è diminuito del 33,8% a 2,32 miliardi di euro. La produzione di idrocarburi si è attestata a 1,648 milioni di boe al giorno con un incremento del 6,7% rispetto al quarto trimestre 2013. Per il 2015 Eni ha previsto un aumento della produzione per l'avvio di nuovi giacimenti ed il ramp-up di quelli avviati nel 2014 e una riduzione della spesa per investimenti rispetto all'anno scorso quando si era attestata a 12,6 miliardi complessivi.

DESCALZI OTTIMISTA - Ottimista l'amministratore delegato, Claudio Descalzi, che ha sottolineato come «nel quarto trimestre, in presenza di un contesto di mercato sfavorevole, Eni ha ottenuto eccellenti risultati ed una generazione di cassa record negli ultimi sei anni. I motivi principali di tale performance sono stati l'elevato valore della produzione upstream e l'accelerazione della ristrutturazione dei business mid-downstream. Sono inoltre proseguite le iniziative, avviate nel maggio 2014, di ribilanciamento del portafoglio di gruppo, di focalizzazione sulle attività core upstream ulteriormente rafforzate dai continui successi esplorativi e da una costante crescita organica delle riserve certe, e di ricerca di un maggior livello di efficienza».

PREVISTO TAGLIO DI INVESTIMENTI - Per quanto riguarda l'anno in corso, il Cane a sei zampe si aspetta buone cose «dal moderato rafforzamento della crescita economica globale trainata dagli Stati Uniti», mentre ha valutato come negativi per l'azienda «i rischi relativi alla solidità della ripresa nell’area Euro, all’entità del rallentamento di Cina e di altre economie emergenti e alla stabilità finanziaria». Quanto al prezzo del petrolio, «è previsto in significativo ridimensionamento rispetto al 2014 a causa dell’eccesso di offerta». Comunque Eni ha in mente di accrescere la propria produzione di idrocarburi, grazie all’avvio di nuovi giacimenti e al ramp-up di quelli avviati nel 2014 in particolare in Angola, Congo, Regno Unito, Stati Uniti e Norvegia. In merito al gas invece, le vendite sono stimate come stabili rispetto al 2014, escludendo l’effetto della cessione degli asset in Germania e a parità di condizioni climatiche. Quest'anno poi Eni ha in mente di ridurre i propri investimenti in risposta al calo del prezzo del greggio, che nel 2014 si sono attestati a 12,2 miliardi, ai quali vanno aggiunti altri 400 milioni di impieghi finanziari. Per ulteriori dettagli a riguardo bisognerà attendere il prossimo 13 marzo, ma Descalzi aveva già anticipato in un'informativa alla Camera che la società avrebbe seguito il trend delle concorrenti (che li hanno ridotti tra il 10 e il 15%).