2 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Natale 2014

Italia peggiorata per un italiano su due, ma resiste la speranza

E' quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-SWG. Le tredicesime ammonteranno quest'anno a 42 miliardi (in media 8 euro in più a lavoratore) ed alimenteranno spese per 22 miliardi, ma il resto, e non è poco, servirà per pagare le imposte (per complessivi 11 miliardi a dicembre fra Tasi, Imu ed addizionali).

ROMA - Nel 2014 l'Italia è peggiorata per la maggioranza degli italiani (il 54%) ma la speranza è ancora più forte delle difficoltà. E' questo l'atteggiamento con il quale gli italiani si avvicinano alle festività di fine anno, durante le quali il pensiero resterà rivolto ai problemi più gravi - disoccupazione e fisco - ma la tendenza sarà quella di spendere, malgrado tutto, qualcosa in più per rendere il Natale, specie quello dei bambini, ancora una festa in piena regola. Tanto che malgrado la stagnazione busseranno alle porte delle famiglie doni per 7 miliardi di euro, anche se il 71% sceglie la convenienza rispetto alla qualità. E' quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-SWG.

Le tredicesime ammonteranno quest'anno a 42 miliardi (in media 8 euro in più a lavoratore) ed alimenteranno spese per 22 miliardi, ma il resto, e non è poco, servirà per pagare le imposte (per complessivi 11 miliardi a dicembre fra Tasi, Imu ed addizionali).
La prosecuzione della crisi e le «tasse natalizie» dunque spingono a rendere prudenti le feste degli italiani, che però non smettono di aver fiducia nel futuro: il 47% dei nostri concittadini, infatti, arriva al Natale 2014 mantenendo la speranza, contro un 22% che si sente sfiduciato ed un 8% che si definisce indignato. Un dato di fiducia, che arriva nonostante la maggior parte degli intervistati dia un giudizio negativo sull'anno appena trascorso: il 54% pensa che nel 2014 l'Italia sia peggiorata, il 40% invece la vede stagnante, mentre solo uno sparuto gruppo (6%) intravede profili di miglioramento. Complessivamente, il 29% delle persone intervistate ha dichiarato di attendersi un Natale peggiore di quello del 2013; il 48% - il 2% in più dello scorso anno - ritiene che sarà uguale, mentre il 23% scorge miglioramenti in arrivo.

Il lavoro rimane la prima preoccupazione degli italiani. Tra le priorità che, se potessero, gli italiani indicherebbero al Governo, c'è la lotta alla disoccupazione, intervento desiderato dal 35% dei rispondenti. Segue la richiesta di una riduzione del peso fiscale (indicata dal 30%) e dei privilegi e degli abusi (24%). Pochissime preferenze, invece, raccolgono gli interventi per ridurre la micro-criminalità (5%) e i rischi di calamità naturali, indicati solo dal 6% nonostante i recenti, tragici avvenimenti.
Il 60% degli italiani ridurrà, comunque, le spese natalizie, contro il 34% che ha intenzione di spendere come lo scorso anno e il 6% che aumenterà il suo budget. Tra i fattori che condizioneranno la spesa in questo Natale, si registra il crollo dello spauracchio dei prezzi: indicati come fattore condizionante solo dal 16% degli italiani, contro il 41% del 2007. Un effetto chiaro del rallentamento dell'inflazione registrato negli ultimi 12 mesi. Cresce, invece, il numero di coloro che addita le tasse e le tariffe fra gli ostacoli agli acquisti natalizi: adesso sono circa 11,8 milioni (il 25%), quasi 3 milioni in più dello scorso anno, quando a lamentarsi dell'imposizione fiscale erano 8,9 milioni di persone (il 19%). L'eccesso di pressione fiscale è diventato così l'ostacolo principale allo shopping natalizio dei nostri concittadini.

La bassa inflazione e gli aumenti contrattuali hanno portato a un leggero aumento del monte totale delle tredicesime: questo dicembre la cifra complessiva è di 42,3 miliardi, con una variazione dello 0,6% sul 2013. Un piccolo aumento, che si traduce in un mini-incremento di 8 euro a persona. Diminuiscono però i percettori: questo Natale 1 italiano su 4 dichiara di non avere nel proprio nucleo familiare nessuno che benefici della tredicesima, contro il 22% dello scorso anno. Comunque, il lieve aumento del monte tredicesime è eroso dalle pendenze degli italiani: circa 12,8 miliardi del totale della mensilità aggiuntiva andrà a saldare conti in sospeso e mutuo, con un aumento del 9,2% rispetto al 2013. Crolla, invece, il risparmio: i percettori di tredicesima metteranno da parte, questo dicembre, solo 7,4 miliardi. E' il 15,9% in meno rispetto allo scorso anno, per un saldo negativo di oltre 1 miliardo di euro. Più della metà dell'ammontare complessivo (22 miliardi) verrà invece investita in acquisti: 15 miliardi circa saranno utilizzati per spese per la famiglia o la casa, mentre 7 miliardi serviranno a mettere i regali sotto l'albero.

Le famiglie italiane non rinunceranno alla tradizione magica del Natale ed ai regali da scartare: quest'anno, sotto gli alberi addobbati da luci e decorazioni, verranno scartati doni per 7 miliardi di euro, con una leggera crescita della spesa di 270 milioni rispetto al 2013. Circa il 14% degli intervistati del sondaggio afferma di voler spendere di più per i regali rispetto alle festività dello scorso anno, mentre il 31% opta per una spesa in linea con il 2013 ed il 55% sceglie invece, per quest'anno, di spendere meno.
Tra gli italiani permane, quindi, un atteggiamento di grande prudenza e quest'anno la convenienza sarà la parola d'ordine per destreggiarsi tra le vie dello shopping natalizio: il 71% del campione risponde, infatti, che si potrà permettere regali convenienti per festeggiare, mentre solo il 16% preferirà regali di qualità per i propri cari ed, infine, un 13% ammette che non potrà permettersi nessun regalo. Per i più piccoli si tenderà, però, ad orientare la scelta verso regali utili, come evidenzia la scelta del 43% del campione, ma un 31% non rinuncia alla tradizione dei giochi di una volta ed, infine, un 12% che opterà per sorprese tecnologiche. La ponderazione negli acquisti mostra una scelta di limitare le spese per i doni di parenti (il 18% contro il 16% del 2013) ed amici (il 18% rispetto al 14% dello scorso anno) ma gli italiani saranno meno severi con il partner (il 9% come lo scorso anno), i bambini (solo il 5%) ed i pranzi e le cene delle feste natalizie (il 9%).