17 agosto 2025
Aggiornato 22:00
Non ci sarebbero ripercussioni per forniture gas e per Saipem

Eni, Descalzi: potremmo uscire da South Stream

L'obiettivo è quello di non spendere nulla in più rispetto al budget e, addirittura, di valutare l'uscita. Tra il 2008 e il 2013 sono state scoperte risorse per 9,5 miliardi di barili equivalenti. E, secondo Descalzi, "ci siamo assicurati il futuro"

ROMA - L'obiettivo di Eni nel progetto per il gasdotto South Stream è «non spendere nulla in più rispetto a quanto previsto in budget» e «potremo valutare anche l'uscita». E' quanto ha indicato l'ad dell'Eni Claudio Descalzi nel corso di un'audizione alla commissione industria del Senato.«Vogliamo diluire la nostra partecipazione in South Stream che è un investimento finanziario», ha precisato Descalzi ricordando che ci sono colloqui in corso con gli altri partner per la ricerca di un finanziamento. Descalzi tuttavia ha precisato che «l'eventuale uscita da South Stream non mette a rischio la realizzazione dell'infrastruttura e non mette a rischio il contratto di Saipem. South Stream inoltre non ci dà gas addizionale».

DESCALZI: "IMPEGNO A DILUIRE LA NOSTRA PARTECIPAZIONE" - Descalzi ha ricordato che l'impegno previsto per Eni ammonta a 600 milioni di euro nel progetto che vede coinvolti altri tre partner, Gazprom, Edf e i tedeschi di Basf attraverso Wintershall. Il progetto South Stream prevede il 70% in project financing e il restante 30% in equity. Se i partner non riuscissero a trovare un finanziamento il 100% diventerebbe equity al 100% e dunque l'impegno di Eni salirebbe a 2,4 miliardi di euro. "Stiamo discutendo con i partner come trovare finanziamenti o come diluire la nostra partecipazione" ha detto Descalzi ricordando che contrattualmente Eni ha la possibilità di uscire dal progetto.

TRA IL 2008 E IL 2013 FRA I MIGLIORI SUL MERCATO - Tra il 2008 e il 2013 "abbiamo scoperto risorse per 9,5 miliardi di barili equivalenti». E' quanto ha indicato l'ad dell'Eni, Claudio Descalzi, sottolineando che «siamo stati tra i migliori sul mercato». Descalzi ha rilevato che la quantità scoperta ammonta a 2,5 volte «la nostra produzione. Dunque ci siamo assicurati il futuro». Inoltre Eni sta usando l'attività di esplorazione «in modo doppio, sia per crescere nella produzione e per anticipare la cassa». «Possiamo vendere quote del 30-40% e quindi anticipare la cassa. Inoltre - ha spiegato Descalzi - riduciamo il rischio e il livello di investimenti necessari».