23 agosto 2025
Aggiornato 11:00
Politiche europee

L'Eurogruppo punta sulla riduzione del cuneo fiscale, Katainen: «Servono riforme per competitività»

Il presidente Dijsselbloem ha ribadito l'impegno «per ridurre in maniera l'imposizione sul lavoro». Si tratta di «una chiara priorità politica». Poco convinto il futuro vicepresidente della Commissione: «La crescita ha bisogno sia di una migliore domanda sia di una miglior offerta. Sole politiche fiscali più accomodanti non potranno essere d'aiuto»

MILANO - L'Eurogruppo, nella sua prima riunione dopo la pausa estiva, ha «riconfermato il proprio impegno a ridurre effettivamente il carico fiscale sul lavoro». Lo si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione, che si è svolta a Milano. 

EUROGRUPPO, CUNEO FISCALE PRIORITA' POLITICA - «Ridurre il cuneo fiscale è una delle principali riforme che renderà le nostre economie più competitive», ha affermato in conferenza stampa il presidente dell'EurogruppoJeroen DijsselbloemL'Eurogruppo ha ribadito l'impegno «per ridurre in maniera effettiva il carico fiscale sul lavoro» e nel corso dell'incontro odierno sono stati definiti dei «principi comuni» su come raggiungere l'obiettivo. Si tratta di «una chiara priorità politica» perché, si legge nel comunicato finale, la riduzione del cuneo fiscale «incrementerà la domanda, crescita e creazione di posti di lavoro». Il presidente dell'Eurogruppo, al termine ha poi sottolineato: «In questo momento critico i problemi» dell'eurozona «possono essere risolti solo con le riforme strutturali indirizzate a creare più occupazione e crescita», per fare questo «serve uno sforzo che richiede tempo, coraggio politico e perseveranza».

TUTTE LE REGOLE PATTO DA RISPETTARE -  Dijsselbloem, al suo arrivo al MiCo aveva commentato le ultime dichiarazioni azioni del ministro dell'Economia italiano, Pier Carlo Padoan: «Tutti siamo d'accordo» sul fatto che in Europa le priorità devono essere la crescita e l'occupazione, «il punto è quali politiche adottare per avere crescita e occupazione e quali mix di politiche mettere assieme». Poi il presidente dell'Eurogruppo aveva ricordato: «Ciascuno deve fare la sua parte, per aver il giusto mix di politiche. Ed il giusto mix riguarda la politica monetaria, e quello c'è grazie alla Bce, e le riforme strutturali. Tutti devono allinearsi alle regole del Patto, riguardo sia l'aspetto fiscale che quello degli investimenti. E' un tema che discuteremo sia oggi che domani», ha aggiunto.  Quanto alla richiesta francese di una deroga di due anni sui tempi per il rientro sotto al 3% del rapporto tra deficit e Pil, «Al momento non c'è nessun piano. La sola cosa che conosco, è che il mio collega francese Sapin ha presentato dei numeri, che sono solo l'inizio del dibattito», ha detto Dijsselbloem. «Ma noi al momento non abbiamo ancora il piano, e solo quando lo avremo, sapremo dove sarà la Francia nel 2015», ha aggiunto.

KATAINEN, SENZA RIFORME FISCO INUTILE -  Le decisioni prese dall'Eurogruppo non hanno convinto fino in fondo Jyrki Katainen, commissario Ue uscente agli Affari economici e futuro vicepresidente della Commissione, che ha twittato al termine del meeting: «La crescita ha bisogno sia di una migliore domanda sia di una miglior offerta. Politiche fiscali più accomodanti non potranno essere d'aiuto senza le riforme per una migliore competitività». Per Katainen bisogna «accelerare sulle riforme strutturali, nessun paese è immune dalla necessità delle riforme».

SERVONO BILANCI SOSTENIBILI - «Occorre garantire politiche di bilancio sostenibili nel migliorare e correggere la spesa pubblica - ha spiegato - il denaro è poco, occorre scegliere bene i risparmi e le modalità, ridurre la spesa piuttosto che tagliare le tasse piuttosto che fare investimenti del futuro. Ci vuole flessibilità - ha proseguito Katainen - a patto che ci sia la possibilità di dimostrare la necessità di modificare gli obiettivi. La flessibilità non deve minare la credibilità del nostro contesto di bilancio, del nostro contesto fiscale». Il patto di stabilità «permette flessibilità, si può fare molto all'interno delle regole esistenti», ha ricordato il futuro vicepresidente della Commissione che si insedierà a novembre. «L'importante è che non ci siano interpretazioni in bianco o nero - ha aggiunto al termine dell'Euogruppo - non si deve scegliere tra crescita o consolidamento perché la situazione non è semplice, occorre un'interpretazione sana del consolidamento di bilancio perché migliori la fiducia e al contempo considerare la composizione della spesa pubblica, affinché più paesi creino un ordine di priorità tra gli investimenti. Occorrono riforme per potenziare la competitività - ha concluso Katainen - i problemi in Europa sono più strutturali che ciclici».

LA REPLICA A RENZI -  Poi Katainen ha voluto replicare al premier italiano Matteo Renzi. «La Commissione Ue non è un maestro, noi siamo collaboratori», ha detto il commissario uscente agli Affari economici dell'Ue, per rispondere al presidente del Consiglio il quale oggi ha dichiarato che l'Italia non ha bisogno di lezioni dall'Ue. «Stiamo solo valutando quanto bene i diversi Paesi stanno rispettando i loro impegni e quanto promesso verso gli altri Stati membri».