27 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Made in Italy

De Girolamo e la battaglia contro il «semaforo britannico»: Non arretro di un millimetro

«Tante produzioni di eccellenza italiane potrebbero avere un danno da un'etichettatura ingannevole e, credo, ingiusta. Serve rispetto fra i Paesi», ha osservato il Ministro dell'Agricoltura

BRUXELLES - Il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, è apparsa determinata a proseguire con forza, al Consiglio Agricoltura dell'Ue oggi a Bruxelles, la battaglia dell'Italia contro il sistema di etichetttatura «a semaforo» che la Gran Bretagna sta applicando ai prodotti alimentari venduti nelle sue grandi catene di distribuzione. «Non intendo arretrare di un millimetro e farò sentire molto forte la voce dell'Italia», ha detto il ministro ai cronisti al suo arrivo al Consiglio stamattina.

Durante la riunione di oggi, ha annunciato De Girolamo, «sarà ampliata la platea degli Stati» che sostegnono la battaglia dell'Italia. «Tante produzioni di eccellenza italiane potrebbero avere un danno da un'etichettatura ingannevole e, credo, ingiusta. Serve rispetto fra i Paesi», ha osservato ancora il ministro.

Il semaforo, finalizzato ad avvertire i consumatori del rischio che comporta l'eccesso di grassi, sale e zuccheri negli alimenti che acquistano, rischia paradossalemente di penalizzare proprio i prodotti più importanti del cibo «made in Italy» e le denominazioni protette della dieta mediterranea, sinonimo di qualità e genuinità, che sono tutelate e promosse dall'Ue. Il semaforo nell'etichetta di un alimento diventa rosso quando vengono superate le dosi massime giornaliere («daily intake») di grassi (17,5 grammi) sale (1,5 grammi) e zuccheri (22,5 grammi) per 100 grammi di prodotto.

La battaglia contro il «semaforo» in Consiglio Ue, a livello ministeriale, è cominciata il 10 dicembre scorso a Bruxelles, durante il Consiglio Salute, quando le critiche espresse dell'Italia sono state appoggiate esplicitamente da nove paesi (Francia, Spagna, Cipro, Grecia, Romania, Portogallo, Lussemburgo, Slovacchia e Slovenia), mentre nessuno ha sostenuto la difesa d'ufficio del rappresentante britannico.