19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
CONFINDUSTRIA

«In Italia siamo in deflazione, è preoccupante»

RP | RP | Il presidente dei Confindustria Squinzi: «Nonostante l'ultimo aumento dell'Iva, c'è l'inflazione in calo, questo è allarmante. Siamo ancora la seconda potenza manifatturiera dell'Ue, ma abbiamo uno spread peggiore di quello dei bonos spagnoli, e io vi posso assicurare che l'Italia è molto più competitiva della Spagna»

BRUXELLES - In Italia c'è «una situazione di deflazione e questo è preoccupante» ha affermato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine del comitato di presidenza in trasferta a Bruxelles: «Nonostante l'ultimo aumento dell'Iva, c'è l'inflazione in calo: significa che siamo in una situazione di vera e propria deflazione, e questo è preoccupante».

PERCHE' SPREAD PEGGIORE DI SPAGNA? - Squinzi ha continuato: «Siamo ancora la seconda potenza manifatturiera dell'Ue, dietro la Germania, ma abbiamo uno spread che nelle ultime settimane è stato peggiore di quello dei bonos spagnoli, e io vi posso assicurare che l'Italia è molto più competitiva della Spagna: vuol dire che ci sono altre ragioni» per questa differenza.

INSATBILITA' POLITICA E INCOCLUDENZA - Queste ragioni, ha continuato il numero uno degli industriali, «secondo me sono l'instabilità politica, l'incapacità del governo di tradurre in provvedimenti concreti le soluzioni per uscire dallo status quo» che ci ha portati a perdere in media un punto percentuale di crescita all'anno rispetto alla media Ue. E poi c'è la «burocrazia pesante», la «mancata riforma del mercato del lavoro», le «competenze concorrenti» fra Stato, Regioni e altri enti locali. «E' come fare una tappa di montagna di ciclismo con un sasso di 10-15 chili sulle spalle», ha detto il leader degli industriali. Per esempio, ha ricordato il presidente di Confindustria, «abbiamo aspettato 10 per costruire il rigassificatore di Brindisi, fino a che gli investitori esteri (gli inglesi di Bp, ndr) se ne sono andati».

ITALIA PUO' ESSERE QUARTA POTENZA AL MONDO - Se si riuscisse a porre le condizioni per far ripartire la crescita, ha concluso il presidente di Confindustria, «sono convinto che potremmo rivedere una situazione come quella del secondo dopoguerra, tornare a essere la quarta potenza industriale del mondo».

RISCHIO EURO FORTE - Alla domanda se fosse preoccupato per l'euro forte, Squinzi ha risposto: «Sicuramente, se si conferma il cambio a 1,38-1,40 sarebbe certamente un freno alla crescita dell'economia», anche se è un livello «che abbiamo già visto in passato». Ma, ha sottolineato il presidente dei Confindustria, «il rapporto di cambio reale è 1,25-1,30, lì abbiamo dimostrato che riusciamo a reggere».