1 maggio 2024
Aggiornato 01:30
CGIL, CISL E UIL

«Preoccupazione per la crisi istituzionale, irresponsabile chi vuole anteporre interessi personali al Paese»

I tre sindacati: «Serve un vero governo, capace di compiere le scelte necessarie a rispondere alle richieste nel mondo del lavoro». Confindustria: «Ci auguriamo che questa instabilità non porti a una precettazione da parte dell'Europa, una gestione commissariale»

ROMA – Cgil, Cisl e Uil hanno espresso «preoccupazione per la crisi istituzionale causata dalla irresponsabilità di chi vorrebbe anteporre gli interessi personali alle condizioni del Paese».

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, si sono detti fortemente preoccupati e hanno lanciato l'allarme: «L'incertezza di queste ore determina gravi ripercussioni - hanno scritto in un documento comune - sulla nostra economia, e rischia di far aumentare la pressione fiscale sul lavoro e sulle pensioni».
I sindacati hanno ribadito la necessità di «una buona legge di stabilità che inverta le scelte recessive compiute in questi anni: non si può immaginare una uscita dalla crisi senza puntare sul lavoro e sulla buona occupazione. E' necessaria un'effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, la riduzione fiscale alle imprese collegata agli investimenti e all'occupazione il completo finanziamento della cassa integrazione in deroga (Cig) e la definitiva soluzione al problema degli esodati e dei precari della Pubblica amministrazione (Pa), della scuola e della ricerca».
Per questo i segretari hanno ribadito la necessità di arrivare ad «un vero governo del Paese, capace di compiere le scelte necessarie a rispondere alle richieste nel mondo del lavoro».

Infine i sindacati hanno deciso di impegnare le loro strutture ad attuare, già da subito, assemblee in tutti luoghi di lavoro, a indire presidi in tutti i territori e a organizzare, sabato e domenica prossima, volantinaggi con le loro proposte nelle piazze.

CGIL, LAVORATORI PREOCCUPATI NON GIOCHIAMO - Il leader della Cgil Camusso ha detto: «Vorremmo quella responsabilità che determini un Parlamento che sta con il Paese e le sue condizioni invece che con il destino dei singoli. Serve un governo che abbia il coraggio di fare certe scelte. Chi vuole piegare le istituzioni ai suoi bisogni personali compie un atto irresponsabile. Serve un soprassalto di responsabilità: si decida un governo, non uno qualunque, ma uno in grado di fare certe scelte. Ci sono emergenze non più rinviabili: i precari della Pa e della scuola, gli esodati la Cig in deroga e la mobilità. Non si può giocare con le preoccupazioni dei lavoratori che rischiano di trovarsi in una terra di nessuno».

CISL, A RISCHIO SACRIFICI FATTI - «La situazione è davvero sconfortante, il Paese sta male, rischiamo di aver fatto tanti sacrifici per niente, bruciando tutti i soldi che cittadini, lavoratori e pensionati hanno tirato fuori, e ci potranno anche essere aggiunte». A lanciare l'allarme è il segretario della Cisl Bonanni.

PORCELLUM STRUMENTO DI CORRUZIONE - Secondo lui «il Paese deve tornare alla normalità e serve un governo vero che governi. Serve responsabilità. C'è il rischio che si imbocchi una strada più tortuosa e massacrante. Non faremo sconti a nessuno. Le famiglie non ce la fanno più e non possono mettere in conto un periodo di ulteriore instabilità. La situazione è drammatica. Serve una riforma elettorale perché il porcellum è stato solo uno strumento di corruzione del Paese».

UIL, SAREMO COMMISSARIATI DALL'UE - Rischio commissariamento da parte della Troika per l'Italia, secondo il numero uno della Uil Angeletti, secondo il quale l'alternativa ad un vero governo è «essere commissariati. La vera alternativa - ha ribadito Angeletti - ad un governo vero è un commissariamento vero da parte della cosiddetta Troika (Fondo monetario internazionale, Unione europea e Banca centrale europea, ndr) che prenderà decisioni non favorevoli agli italiani». Ecco perché dalla Uil viene fatto un richiamo a parlamentari e senatori ad un atto di «responsabilità».

CONFINDUSTRIA, SERVE LEGGE STABILITA' – Anche il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, ha richiamato l'esecutivo ai suoi doveri: «E' fondamentale che il decreto per la legge di stabilità sia realizzato con le decisioni giuste che noi abbiamo già indicato al governo Letta. Mi auguro che alla fine il buon senso e il senso di responsabilità prevalgano da parte di chi governa», ha detto il numero uno di Confindustria a margine di un convegno all'università Cattolica.

NESSUN GIUDIZIO POLITICO - Quanto alla presunta irresponsabilità del leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, Squinzi ha aggiunto che non spetta a Confindustria dare giudizi politici: «Ciò che conta sono i risultati. L'importante è che il Paese tenga e che tengano i mercati finanziari, che il nostro Paese non venga ulteriormente penalizzato. Non vorrei che ci ritrovassimo nella situazione di ottobre 2011».

RISCHIO COMMISSARIAMENTO - Per Squinzi, l'instabilità politica dell'Italia rischia di portare il Paese verso: «Una precettazione da parte dell'Europa, una gestione commissariale. La crisi attuale ci preoccupa, rischia di vanificare i sacrifici che gli italiani tutti e le imprese hanno fatto in questi anni. Ho visto stamani che i mercati stanno fibrillando sia in termini di quotazione in Borsa sia di spread. Mi auguro che i mercati finanziari tengano e che il nostro Paese non venga ulteriormente penalizzato. Mi auguro che tutta questa instabilità non porti a una precettazione del nostro Paese da parte dell'Europa, una gestione commissariale».

CI STIAMO IMBARCANDO IN COSA FOLLE - Il presidente di Confindustria ha chiesto che si porti avanti «l'azione di governo in maniera coerente e precisa. Se arriviamo a sciogliere le camere oggi certamente non si fa il decreto per la legge di stabilità o si fa comunque un pateracchio. Bisognerebbe portare avanti l'azione di governo in maniera coerente e precisa perché imbarcarci in quello che sta venendo avanti è una cosa folle».

LAVORO DA FARE TANTO, NOI CI SIAMO - Squinzi ha quindi chiarito: «alle imprese spetta l'iniziativa, alle istituzioni il ruolo di costruire le condizioni per il cambiamento. Il lavoro da fare è tanto, noi ci siamo. Il perno del rilancio deve essere un'azione centrata sul manifatturiero intorno al quale in Italia ruota tutto il sistema produttivo. Lo sviluppo industriale non si improvvisa - ha concluso il leader degli industriali - si realizza solo se è seguito con determinazione da politiche economiche esplicitamente orientate ad attuarlo».