Letta: «Sul lavoro l'Europa non può lasciarci soli»
Lo ha detto il premier Enrico Letta intervenendo alla Camera in vista del Consiglio Europeo di giovedì e venerdì. Nel Cdm di domani saranno approvate «forme di decontribuzione per le imprese che assumono giovani in difficoltà o che convertono in tempo indeterminato contratti a tempo determinato»
ROMA - L'Italia «vuole essere in prima fila» nella lotta alla disoccupazione giovanile, e «per questo domani al Cdm approveremo un pacchetto di misure per aiutare il lavoro e sostenere le famiglie in difficoltà». E «forte di questa iniziativa, chiederò con fermezza che la Ue non abbandoni a se stessi gli Stati membri, ma li supporti con misure visibili, effettive e concrete». Lo ha detto il premier Enrico Letta intervenendo alla Camera in vista del Consiglio Europeo di giovedì e venerdì.
SERVONO DECISIONI IMMEDIATE - Nel Cdm di domani saranno approvate «forme di decontribuzione per le imprese che assumono giovani in difficoltà o che convertono in tempo indeterminato contratti a tempo determinato, misure per scoraggiare l'inattività dei giovani con percorsi professionali. Si tratta di scelte indipendenti da quanto avverrà a Bruxelles, ma che sono in sintonia con la discussione», che in realtà era iniziata in Europa «già nel 2005» senza però arrivare ad un approdo: «Ora vogliamo uno sforzo in più: niente asserzioni di principio ma decisioni immediate. Strumenti operativi europei e nazionali, risorse, timing stringente su un orizzonte temporale breve per avere il massimo dell'impatto».
MOBILITARE TUTTE LE RISORSE DISPONIBILI - In particolare «la Ue dovrà mobilitare tutte le risorse disponibili, anticipare al massimo il Fondo per l'occupazione giovanile per far finanziare già dal 1 gennaio i primi progetti, con risorse concentrate su due anni e non su 7. Ma non basta. Chiediamo che nel 2016 ci sia una revisione dello strumento e l'aumento della dotazione finanziaria». Così come sui fondi strutturali: «Arriveranno circa 55 miliardi all'Italia nei prossimi sette anni. Chiediamo che nella programmazione il sostegno al lavoro dei giovani abbia la priorità». E infine «chiediamo che la Ue usi la Bei, aumentando il credito erogato alle Pmi, punto di riferimento essenziale».
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