Ilva, Riva e Capogrosso resteranno ai domiciliari
Con l'accusa di concorso in disastro ambientale, inquinamento, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione di cautele sul luogo di lavoro, getto di cose pericolose e danneggiamento. Secondo i difensori dei tre indagati non ci sarebbero più le esigenze cautelari per gli arresti
TARANTO - Arresti domiciliari confermati per i vertici dell'Ilva. La prima sezione penale della Corte di Cassazione - presieduta dal giudice Umberto Zampetti - ha infatti respinto i ricorsi presentati contro l'ordinanza del tribunale del Riesame di Taranto che il 7 agosto 2012 confermò l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, firmata dal gip Patrizia Todisco il 26 luglio, per gli ex presidenti dell'Ilva Emilio Riva, 86 anni, e Nicola Riva, 56, e per l'ex direttore dello stabilimento tarantino Luigi Capogrosso, 57 anni.
Il procuratore generale Nicora Lettieri, durante l'udienza camerale di ieri aveva sollecitato il rigetto dei ricorsi. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro trenta giorni.
GRAVI LE ACCUSE - I due Riva e Capogrosso finirono ai domiciliari con l'accusa di concorso in disastro ambientale, inquinamento, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione di cautele sul luogo di lavoro, getto di cose pericolose e danneggiamento. Secondo i difensori dei tre indagati non ci sarebbero più le esigenze cautelari per gli arresti, dal momento che sia i Riva, sia Capogrosso, non ricoprono più gli incarichi per i quali sono stati arrestati.
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