4 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Detassazione del salario di produttività

Passera: Da anni l'Italia si porta dietro sassi nello zaino

Il Governo è disponibile a finanziare la detassazione del salario di produttività «solo di fronte a un accordo di grande portata» tra le parti sociali perché «non è più tempo di aiuti a pioggia». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera: «Il lavoro è il problema numero uno, crea profondo disagio»

ROMA - Il governo è disponibile a finanziare la detassazione del salario di produttività «solo di fronte a un accordo di grande portata» tra le parti sociali perché «non è più tempo di aiuti a pioggia». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Intervenendo alla presentazione di un'indagine sull'occupazione realizzata dalla Cisl, Passera ha sollecitato imprese e sindacati a realizzare un accordo sulla produttività per eliminare quello che lui definisce il vero «spread» rispetto ai competitori europei. «Nel manifatturiero - ha spiegato - questo spread è di 4-5 miliardi, a livello globale con la Germania che sfiora i 70 miliardi. Dobbiamo togliere i sassi dallo zaino che l'Italia si porta dietro da anni».
Passera ha aggiunto che il gap di produttività è «il principale punto di debolezza del paese». Pertanto, bisogna essere «coraggiosi» e fare un accordo che rappresenterebbe una «grossa opportunità» per il paese.

Sarebbe un vero peccato mettere le risorse altrove - La produttività «come paese è il nostro problema numero uno» e per questo è fondamentale «trovare l'accordo». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, intervenendo a un convegno organizzato da Confartigianato.
«Un accordo tra le parti sociali è necessario. È compito vostro - ha detto il ministro - trovare il modo di far fare all'Italia un passo importante per eliminare le rigidità che tengono bassa la produttività». Occorre, a giudizio di Passera, trovare un accordo «di alto profilo, concreto, misurabile, che non porti ai soliti contributi a pioggia».
Quella di un'intesa sulla produttività «è un'occasione da non perdere, sarebbe un vero peccato se si decidesse di mettere le risorse altrove - ha concluso - perché non c'è un vero accordo».

Il lavoro è il problema numero uno, crea profondo disagio - «Il lavoro è il problema numero uno perché crea profondo disagio sociale, che va ben oltre i dati della disoccupazione».
Citando una scritta che c'è vicino casa sua a Milano Passera ha sottolineato che «il futuro non è più quello di una volta. È così. Bisogna accettare e cavalcare questo cambiamento». Il responsabile dello Sviluppo economico ha poi affermato che il metodo del governo di fronte al tema del lavoro è stato quello di «non nascondere i problemi».
Passera ha aggiunto che «oggi il mondo del mercato del lavoro è globale, ma in senso positivo: c'è più pressione dall'esterno, ma anche più possibilità per andarci. Tutti abbiamo una forte responsabilità nella situazione che si è creata, ma sono tutte cose che possiamo aggiustare». Il ministro ha infine ricordato che c'è l'impegno del governo per «creare un ambiente normativo che incoraggi e premi i giovani che creano nuove imprese».