20 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Cautela tra sindacati e partiti

FIAT-Italia, partita ancora aperta

Il Pd esprime dubbi malgrado l'impegno del governo. «Nonostante gli sforzi del governo, mi pare che il problema Fiat rimanga del tutto aperto» ha dichiarato Pier Luigi Bersani. Bonanni: «Ora Marchionne incontri i sindacati»

ROMA - Il giorno dopo l'incontro tra governo e Lingotto c'è cautela tra i sindacati e i partiti su quello che sarà il futuro della Fiat in Italia. Il Pd esprime dubbi malgrado l'impegno del governo. «Nonostante gli sforzi del governo, mi pare che il problema Fiat rimanga del tutto aperto. Al tavolo di ieri c'era un convitato di pietra e cioè una nuova stagione di ammortizzatori sociali costosi per i lavoratori e per lo Stato, senza una prospettiva sicura», ha dichiarato Pier Luigi Bersani. «Dati alla mano - ha osservato - una tale prospettiva non sembra poter esser più garantita dalla sola Fiat. Credo che ci vorranno anche altri e urgenti incontri con i protagonisti del settore auto: componentistica, reti commerciali, e organizzazioni sindacali».

Per Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl l'incontro fra il governo e la Fiat ha messo in evidenza «la complessità e la difficoltà della situazione che non può esser certo risolta con polemiche frontali nei confronti di una azienda che ha tutti i suoi storici difetti, ma che tuttavia oggi si misura con tutte le difficoltà della globalizzazione».

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, chiede «una verifica puntuale con Marchionne sui futuri piani di investimento della Fiat in Italia». L'incontro tra la Fiat ed il governo «e' stato certamente un fatto positivo ma ora la Fiat - è l'invito di Bonanni - deve incontrare nei prossimi giorni anche i sindacati che si sono assunti le proprie responsabilità per gli investimenti peraltro gia' realizzati di Pomigliano e Grugliasco».

Per Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom, «non c'è traccia di un impegno della Fiat in Italia». Solo «una lista di buone intenzioni». «Non era realistico attendere dei miracoli, quindi rimane tutto un lavoro da fare per capire che modelli vuole produrre la Fiat in Italia. La mia delusione è stata modesta perché le mie aspettative sull'incontro erano basse». E' il commento a Tgcom24 di Luigi Angeletti dopo l'incontro di ieri tra Fiat e Governo sul futuro dell'azienda in Italia.

«Non si è combinato nulla perché bisognava pur dire quali sono i programmi e i progetti che la Fiat intende mettere in campo. La Fiat è rimasta indietro nell'individuazione di modelli. Questa è una Fiat strana. Il governo ha chiamato la Fiat a rispondere, ma non ha ottenuto niente tranne la parola che non vogliono chiudere gli stabilimenti. Non basta», osserva Cesare Romiti, ex amministratore delegato di Fiat.