25 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Nell'area National Petroleum Reserve

Obama dà l'ok alle trivellazioni in una riserva dell'Alaska

L'amministrazione Obama ha proposto di autorizzare le perforazioni per la ricerca di petrolio e gas nell'area National Petroleum Reserve, in Alaska, per 12 milioni di acri (più di 48 mila chilometri quadrati), invece che su tutta l'area, che è di 23 milioni di acri (più di 92 mila chilometri quadrati)

NEW YORK - L'amministrazione Obama ha proposto di autorizzare le perforazioni per la ricerca di petrolio e gas nell'area National Petroleum Reserve, in Alaska, per 12 milioni di acri (più di 48 mila chilometri quadrati), invece che su tutta l'area, che è di 23 milioni di acri (più di 92 mila chilometri quadrati). L'area interessata si trova nella parte più estrema dello stato dell'Alaska e secondo uno studio della United States Geological Survey (USGS) del 2010 vi sarebbero ancora da scoprire 896 milioni di barili di petrolio e circa 53 miliardi di metri cubi di gas da estrarre. Secondo il segretario di Stato agli affari interni, delegato alla gestione del territorio, Ken Salazar - che quindi ha facoltà di decidere - la proposta del presidente degli Stati Uniti Barack Obama di ridurre a una sola area le operazioni è un importante equilibrio tra produzione di energia e conservazione dell'ambiente.

L'area interessata dell'Alaska, chiamata National Petroleum Reserve, è la patria di orsi, lupi e falchi, oltre che di un ambiente ancora preservato da fenomeni di antropizzazione. Nonostante l'apertura di Obama a queste nuove licenze per le trivellazioni, il senatore Lisa Murkowski, eletta in Alaska, ha giudicato la proposta troppo restrittiva: concedendo più territorio alle società petrolifere, si potrebbero avere più entrate in termini di royalty e quindi favorire anche la creazione di nuovi posti di lavoro.

Il dibattito sulle perforazioni nell'area del National Petroleum Reserve va avanti da diverso tempo, spinto anche dalla richiesta della compagnia petrolifera Shell di trivellare nel Mar Glaciale Artico. Adesso la stessa compagnia, dopo aver affrontato l'opposizione dei gruppi ambientalisti, è alle prese con una corsa contro il tempo per ottenere le necessarie autorizzazioni prima che il ghiaccio invernale arrivi a gelare il mare e rendere impossibile lo sbarco delle piattaforme operative.

L'amministrazione Obama nei mesi scorsi ha concesso licenze esplorative, sempre in Alaska, dove però vi sono state 17 manifestazioni di interesse a perforare su 140 mila ettari di territorio, ma nessuna delle aziende è riuscita ancora ad andare in produzione, come atteso. Festeggiano i gruppi ambientalisti americani che hanno salutato con favore le scelte di Obama di ridurre l'area di perforazioni, in una zona che invece andrebbe tutelata maggiormente.