18 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Ieri a Bari tavolo sulla riduzione dell'inquinamento

Ilva, Taranto in attesa della decisione del Riesame

Cresce l'attesa per conoscere la decisione dei giudici sui ricorsi dell'Ilva presentati contro il sequestro degli impianti dell'area a caldo e quelli dei difensori degli otto tra dirigenti ed ex dirigenti arrestati che ne chiedono la scarcerazione

TARANTO - Le transenne davanti a Palazzo di giustizia non sono state più rimosse dopo l'udienza di tre giorni fa davanti al tribunale del riesame. A Taranto cresce l'attesa per conoscere la decisione dei giudici sui ricorsi dell'Ilva presentati contro il sequestro degli impianti dell'area a caldo e quelli dei difensori degli otto tra dirigenti ed ex dirigenti arrestati che ne chiedono la scarcerazione. C'è tempo fino al 9, poi i termini per la decisione scadranno. Ma i giudici potrebbero esprimersi anche prima.

Ieri intanto a Bari, in Regione, c'è stato un vertice per discutere sugli impegni che l'azienda dovrà accollarsi per ridurre l'inquinamento del capoluogo ionico. Il cosiddetto tavolo tecnico sull'Ilva si è riunito a Bari per discutere di monitoraggio emissioni, benzopirene e parchi minerali. Vi hanno preso parte alcuni rappresentanti dell'Ilva, dell'Arpa Puglia, dell'Asl di Taranto, dell'Avvocatura regionale, oltre a esponenti del governo, tecnici regionali e l'assessore regionale alla Qualità dell'ambiente, Lorenzo Nicastro. Il «tavolo» ha stabilito che agosto sarà un mese importante per avviare il piano complessivo che porti l'azienda verso la riduzione delle emissioni. «Una risposta positiva da parte dell'Ilva - ha detto il presidente della Regione Nichi Vendola -, costituirebbe di fatto una premessa per poter cominciare a ricostruire il rapporto tra l'impresa e la sensibilità comune dei tarantini».

Sul fronte romano, intanto, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini anche ieri ha replicato alle polemiche. «Alcuni organi di stampa - ha detto il ministro -, hanno costruito un'ipotesi che sull'Ilva di Taranto ci sia stata una sorta di 'combine', e questo è offensivo e irresponsabile. Ci sono 20 mila famiglie - ha proseguito Clini - che dipendono da Ilva a Taranto e altre migliaia di lavoratori in tutta Italia che sono legati al ciclo della siderurgia di Taranto. Dire queste cose è un atto irresponsabile che va denunciato in maniera molto decisa, senza alcun dubbio».