FMI: Bene i conti 2013, ma il debito continua a salire
L'Italia riuscirà a riportare i conti in nero nel 2013, mettendo a segno un piccolo attivo strutturale di bilancio, pari allo 0,7% del Pil, che tuttavia non sarà ancora sufficiente a imprimere una traiettoria discendente al rapporto debito/Pil (che salirà dal 125,8% al 126,4%). Il contributo al fondo salva-stati pesa 2,5 punti Pil. Intanto Moody's taglia il rating di 10 banche italiane
ROMA - L'Italia riuscirà a riportare i conti in nero nel 2013, mettendo a segno un piccolo attivo strutturale di bilancio, pari allo 0,7% del Pil, che tuttavia non sarà ancora sufficiente a imprimere una traiettoria discendente al rapporto debito/Pil (che salirà dal 125,8% al 126,4%), gravato dalla recessione in corso e dal consistente contributo di Roma al fondo salva-stati. Lo storico risultato per i conti pubblici tricolori è previsto dagli economisti del Fondo Monetario Internazionale, che nell'ultimo aggiornamento del rapporto «Fiscal Monitor» descrivono un risultato migliore rispetto all'area euro. Lo 0,7% di attivo strutturale italiano (che non depurato dagli effetti del ciclo economico si tradurrebbe in un passivo dell'1,5%), si confronta infatti con un «rosso» dello 0,5% del Pil previsto per quest'anno, mentre i Paesi della moneta unica, presi nel loro complesso, il rapporto migliorerà in maniera più contenuta da un deficit del 2% a uno dell'1,4%.
«Il deficit generale e quello depurato dagli effetti del ciclo per il 2012-13 - si legge nel rapporto FMI - continua a essere largamente in linea con le previsioni. E le correzioni di bilancio dei prossimi due anni consentiranno alle autorità di governo di conseguire un piccolo attivo strutturale nel 2013 (a fronte di un obiettivo di un bilancio strutturale in pareggio)». Va notato, ed è un dettaglio importante, che il saldo strutturale di bilancio è equivalente al saldo depurato dagli effetti del ciclo sottraendo anche le misure una-tantum. Misure queste ultime che non sono incluse nelle proiezioni del Fondo e che rendono i due aggregati equivalenti.
L'IMPORTANZA DELLA SPENDING REVIEW - Il Fondo Monetario, nel suo giudizio, dà anche conto di come proprio il pareggio strutturale dei conti italiani sia contemplato dal disegno di legge costituzionale che introduce il principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale. E sottolinea come il Governo stia pensando a usare il meccanismo della spending review, la revisione delle voci di spesa pubblica, per identificare nuove fonti di risparmio per i conti pubblici italiani: già in una prima fase, approvata questo mese, sono stati approvati tagli di spesa per riequilibrare il precedente pacchetto di misure di risanamento allontanando ulteriori aumenti dell'imposizione fiscale.
MOODY'S TAGLIA IL RATING DI 10 BANCHE ITALIANE - Moody's ha tagliato il rating di 10 banche, di 10 società e 23 enti locali, sulla scia del downgrade dell'Italia stabilito la settimana scorsa. L'agenzia di rating, in una serie di comunicati emessi ieri in tarda serata, ha annunciato il taglio di uno o due gradi per 10 istituti finanziari italiani, tra questi Unicredit - che passa a Baa2 da A3 e prospettive negative - e Intesa Sanpaolo, che da A3 scende a Baa2. Scende il rating di Poste Italiane (da A3 a Baa2, outlook negativo), quello di Terna (da A3 a Baa1), di Acea, di Eni (da A2 a A3, outlook negativo). Finmeccanica viene messa sotto osservazione, ma resta a Baa2, come Snam è sotto osservazione a Baa1. A rischio downgrade anche Hera. Tra gli enti locali interessati dai tagli di rating vi sono Lazio, Lombardia, Sicilia, Sardegna e Liguria Milano Napoli e le città autonome di Bolzano e Trento E dopo il pesante declassamento di rating operato la scorsa settimana, i titoli di Stato restano sotto pressione. Ieri i rendimenti dei Btp decennali sono aumentati al 6,10 per cento e in serata il loro spread sui Bund tedeschi è balzato a 4,88 punti percentuali, o 488 punti base. I tassi sui Bonos decennali della Spagna sono salgiti al 6,82 per cento e lo spread ha toccato 559 punti base.
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