Ddl lavoro: Cicchitto, è l'ultima volta che cala la mannaia della fiducia
Il capogruppo del PDL: Dissensi significativi, ma votiamo sì perchè lo ha chiesto Monti. Ronzulli: Traguardo importante, ma la strada è lunga. Bernini: Voto riforma ennesimo atto di responsabilità
ROMA - Il Pdl voterà la riforma del lavoro nonostante «dissensi significativi» perchè è il «biglietto da visita» che Monti ha chiesto per presentarsi al Consiglio Ue, ma questa deve essere l'ultima volta che cala la «mannaia» del voto di fiducia su una discussione. Lo ha detto il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, durante le dichiarazioni di voto finale alla Camera sulla riforma del lavoro.
«Le devo dire non per scortesia ma per evidenza politica - ha detto rivolgendosi al ministro Fornero - che non è lei il punto di interlocuzione del dibattito ma il premier che in nome degli impegni europei ci ha invitato a interrompere il dibattito e a votare la fiducia e che si è impegnato a modificarlo in tre punti: esodati, flessibilità in entrata e ammortizzatori sociali».
Cicchitto ha sottolineato come «mentre sull'Imu e sulle pensioni il governo è intervenuto per decreto, su un'iniziativa che era quella dell'articolo 18 il governo era partito con il decreto, poi ha cambiato le carte in tavola e ha fatto l'unico disegno di legge» e questo «è avvenuto perchè c'è stato un intervento politico della Cgil, della Fiom e del Pd».
Ronzulli (Pdl): Traguardo importante, ma la strada è lunga - «Una riforma attesa a lungo che, da un lato, rafforza la fiducia e la credibilità dell'Italia a livello internazionale, ma dall'altro presenta ancora aspetti poco chiari. Il Pdl ha sostenuto l'adozione di questo documento per permettere al governo, alla vigilia di uno dei più importanti vertici internazionali degli ultimi anni, di poter assumere un ruolo da protagonista nelle future scelte politiche europee». Con queste parole l'europarlamentare Licia Ronzulli (Ppe-Pdl), membro della commissione Occupazione e Affari Sociali del Parlamento Europeo, commenta il sì definitivo alla riforma del mercato del lavoro. «L'attuale normativa - ha aggiunto - è stata profondamente modificata: i giovani avranno a disposizione nuovi strumenti per un rapido ingresso nel mondo del lavoro quali i tirocini formativi obbligatoriamente retribuiti e i contratti di apprendistato».
«Per facilitare la ricerca di un posto di lavoro qualificato - ha aggiunto - le competenze di ogni lavoratore, d'ora in avanti, saranno certificate e raccolte in un database nazionale. Questa proposta è già contenuta nella direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali che il Parlamento Europeo sta discutendo proprio in queste settimane».
Bernini: Voto riforma ennesimo atto di responsabilità - «Con l'approvazione della riforma del mercato del lavoro ancora una volta il Pdl ha anteposto il sostegno responsabile al governo alle proprie, legittime, convinzioni». Lo ha dichiarato in una nota Anna Maria Bernini, portavoce nazionale vicario del Pdl.
«Questa - ha aggiunto - non è la nostra riforma, e solo l'assicurazione che si interverrà nel decreto sviluppo con dei correttivi sulla flessibilità l'ha resa un compromesso quanto meno accettabile. Ma è anche vero che l'interesse del paese è la nostra bussola. Per questo, abbiamo soddisfatto la richiesta di Monti di avere nel suo arco tutte le frecce da scoccare per centrare il bersaglio in vista di un delicato Consiglio Europeo. Noi, con sacrificio, abbiamo fatto per l'ennesima volta la nostra parte».
«Ora, spetta a Monti - ha concluso Bernini - essere conseguente con il solenne impegno preso ieri di fronte al Parlamento: negoziare ad oltranza per superare il tetragono nient della Cancelliera Merkel all'emissione di eurobond e quindi ad una vera politica federale non solo del debito ma dell'intera fiscalità europea. Insomma, cominciamo sin d'ora, nella partita Italia-Germania, a tifare tutti per l'Italia».
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