Eurogruppo «politico» su Spagna, Grecia, Olanda
Attesa per una soluzione ad Atene, piatto forte le misure bancarie di Madrid. Per il commissario Rehn «una riforma rapida e profonda delle banche è la pietra angolare della risposta della Spagna alla crisi»
BRUXELLES - Fonti qualificate Ue l'hanno definita, la settimana scorsa, come una riunione «più politica che tecnica»: i ministri delle Finanze dell'Eurozona (l'Italia sarà rappresentata dal premier, Mario Monti) si incontrano oggi pomeriggio a Bruxelles per discutere soprattutto della situazione in alcuni paesi membri a seguito o in vista di elezioni politiche che hanno introdotto o si prevede introdurranno ulteriore incertezza o nuove prospettive a livello economico e finanziario.
La Grecia, innanzitutto, dove mai una crisi politica è stata seguita con tanta trepidazione dal resto d'Europa. E naturalmente l'elezione di François Hollande alle presidenziali francesi, che darà impulso alla discussione sulle misure per la crescita al di là dei dogmi tedeschi, anche se quasi certamente porterà all'affiancamento, e non alla sostituzione della disciplina di bilancio con nuove politiche.
Ma ci sono anche la Slovacchia, dove si è insediato un nuovo governo socialista, e l'Olanda, dove la coalizione al potere si è infranta per i dissidi con il partner populista, e sono previste a breve nuove elezioni. Il governo olandese, che era ancora più intransigente di quello tedesco nel pretendere disciplina e rigore ai paesi del Sud, è stato silenziato da un inaspettato peggioramento dei propri conti pubblici, una specie di dantesca legge del contrappasso.
Il piatto forte della riunione, comunque, dovrebbe essere la discussione sulla Spagna, dove le elezioni ci sono già state ormai da tempo e il governo è stabile, ma le recessione morde e resta vulnerabile la situazione delle banche, esposte a una bolla della speculazione edilizia che non ha eguali in Europa e che richiama invece il disastroso esempio dei mutui subprime americani.
Non a caso ieri, alla vigilia dell'Eurogruppo, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha salutato le misure adottate da Madrid per rafforzare il settore bancario, e in particolare la riforma che impone alle banche di dotarsi di nuovi fondi per 30 miliardi di euro. Per Rehn «una riforma rapida e profonda delle banche è la pietra angolare della risposta della Spagna alla crisi», ed è anche «un supplemento indispensabile al consolidamento di bilancio e alle riforme strutturali che possono riportare una crescita duratura e maggiore occupazione».
Il messaggio sembra indicare anche una certa disponibilità di Bruxelles ad ammorbidire le proprie esigenze nei confronti del rientro del deficit pubblico spagnolo, se Madrid rafforzerà davvero la situazione delle proprie banche, concedendo probabilmente un anno in più di tempo. La Spagna dovrebbe tornare al 3% del Pil nel 2013, ma la stessa Commissione prevede che, senza nuove manovre, sarà quest'anno al 6,4% (invece del 5,3% concordato solo a marzo con l'Ue), restando poi quasi invariato, al 6,3% l'anno prossimo.
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