3 ottobre 2025
Aggiornato 10:00
Politiche europee e crisi economica

Monti vede Rehn, focus su debito PA con l'imprese

Problema dei pagamenti che penalizzano i conti pubblici dello Stato. Paradossale che Maastricht porti a non pagare settore privato. Il Premier non fa richieste, pone problema che l'UE deve risolvere

BRUXELLES - Il problema del debito della pubblica amministrazione italiana verso le imprese sarà uno dei temi al centro dell'incontro che il premier, Mario Monti, avrà domani a Roma con il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, alle ore 17 presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un problema reso ancora più urgente dalla lettera di richiamo che il commissario all'Industria, Antonio Tajani, invierà domani a tutte la capitali per sollecitare l'attuazione della direttiva Ue sul ritardo dei pagamenti della PA alle imprese (il termine ultimo per mettersi in regola con i pagamenti è il 15 marzo 2013).
Il problema riguarda l'effetto negativo che questi pagamenti (per l'Italia si tratta di circa 80 miliardi di euro, oltre 4 punti percentuali di Pil) hanno sulla posizione contabile degli Stati, in termini di aggravamento delle procedure di deficit eccessivo e di possibile sanzione da parte dei mercati (e delle agenzie di rating). Gli Stati, insomma, non dovrebbero essere penalizzati dall'Europa per il solo fatto di voler pagare le imprese per i prodotti e i servizi che hanno fornito alle pubbliche amministrazioni.

Per il premier italiano, si tratta innanzitutto di una questione contabile, tecnicamente di competenza della Commissione, che va risolta prima dell'entrata in vigore del 'Fiscal Compact', il trattato che impone il pareggio di bilancio agli Stati membri dell'Eurozona, che renderebbe tutto più difficile.
Non è un caso che a Bruxelles si stia già muovendo il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, che oggi ha incontrato almeno due commissari, Tajani e il suo collega responsabile del Mercato unico, Michel Barnier. Domani mattina, poi, prima di recarsi a Roma, Rehn vedrà gli altri commissari durante la riunione settimanale del collegio europeo, ed è possibile che l'argomento venga evocato, almeno a margine, se non nella riunione vera e propria.

Paradossale che Maastricht porti a non pagare settore privato - Proprio al problema del trattamento contabile a livello Ue dei pagamenti della PA alle imprese Monti ha dedicato in parte il suo intervento alla conferenza sulla crescita con Joseph Stiglitz, organizzata la settimana scorsa a Roma dalla Fondazione Italianieruopei di Massimo D'Alema e dalla Fondazione dei Progressisti europei.
«Una delle misure per la politica dell'offerta - ha ricordato il premier - è anche fare in modo che le Pmi abbiano accesso al credito. Oggi non solo non è facile, ma lo Stato non paga in tempi dovuti le forniture che riceve da loro. Come si fa a risolvere questo problema in Italia? Ci vuole una soluzione europea».
«Il governo è impegnato con ministri e banche per forme di accelerazione di questi pagamenti, ma - ha sottolineato Monti - c'è una cosa non corretta dal punto di vista contabile: se lo Stato è indebitato verso le imprese questo non conta come debito pubblico: se paga il debito il suo disavanzo aumenta. E se anche lo Stato decidesse di pagare in buoni del tesoro, questo risulterebbe nello stock del debito».
Secondo il presidente del Consiglio, impegnato da tempo in un'opera di persuasione della cancelliera tedesca Angela Merkel perché affianchi una concreta politica per la crescita al rigore di bilancio, «anche di questo bisogna parlare con la Germania», spiegando che «la logica di Maastricht mette un corsetto al settore pubblico perché non debordi e non tolga ossigeno ai privati, ma se per rispettare questo principio il settore pubblico finisce col non pagare il settore privato, allora siamo di fronte a un paradosso».
«Stiamo lavorando - aveva riferito ancora Monti - perché prima dell'entrata in vigore del Fiscal Compact ci sia un'operazione trasparenza sul debito con le imprese: correzione, pagamento, e poi rien ne va plus». Dobbiamo dire ai tedeschi, aveva aggiunto, che se vogliamo delle politiche dell'offerta, la sua prima manifestazione non può essere quella di far chiudere le Pmi. E bisogna assicurarsi, aveva concluso il premier, «che lo spread dell'Italia non peggiori per il solo fatto che lo Stato fa una politica che le permette i tenere in vita le Pmi efficienti».

Il Premier non fa richieste, pone problema che l'Ue deve risolvere - Di tutto questo Monti avrà domani l'occasione di parlare direttamente con Rehn, sapendo di poter già contare, a Bruxelles, sulla sponda del commissario Tajani, che non la pensa diversamente da lui.
Secondo fonti di Palazzo Chigi, il premier «non presenta richieste, pone un problema che sta alle istituzioni comunitarie risolvere». Non si tratta, insomma, di chiedere trattamenti di favore, ammorbidimenti della disciplina di bilancio, né tantomeno di 'occultare' con artifici contabili un debito reale, di sui tutti sono a conoscenza. Monti chiederà semplicemente a Rehn di cercare e proporre una soluzione tecnica che consenta di risolvere la contraddizione fra la direttiva Ue sul ritardo dei pagamenti, che la Commissione spinge ad attuare al più presto (con possibili sanzioni in caso di una sua violazione), e la penalizzazione certa che ne conseguirebbe secondo le attuali regole contabili europee.
In particolare, va cambiato il sistema per cui le amministrazioni si indebitano con una certa facilità con il settore privato, non dovendo registrare subito i pagamenti per cui si impegnano, ma poi esitano a pagare le forniture per non far apparire l'aumento di spesa. La questione, va sottolineato, non riguarda affatto la sola Italia, ma molti altri paesi, fra cui in particolare la Spagna, in cui il governo centrale è zavorrato proprio dall'indebitamento eccessivo e difficilmente controllabile delle regioni autonome. L'L'indicazione data da Monti («correzione, pagamento, poi 'rien ne va plus'») può essere così interpretata: innanzitutto trovare una soluzione che 'sterilizzi' gli effetti dei pagamenti sui percorsi di consolidamento di bilancio decisi nelle procedure per deficit eccessivo, poi procedere ai pagamenti alle imprese, e infine applicare un nuovo sistema che contabilizzi a debito gli stanziamenti delle pubbliche amministrazioni al momento in cui sono decisi i contratti, e non solo al momento dell'esborso.