Lavoro, nuova disoccupazione fino a 1.119 euro
Nasce l'assicurazione sociale per l'impiego. Bonanni: Governo riveda la mobilità o sarà un'ecatombe sociale. Camusso: Oggi abbiamo fatto un passo indietro. Fornero: Presto per dire dove trovare le risorse. Marcegaglia: Transizione più breve è un problema
ROMA - L'assicurazione sociale per l'impiego sostituirà le attuali indennità di mobilità e, comunque, ingloberà tutto ciò che non è cassa integrazione. È questo l'impianto dei nuovi ammortizzatori sociali che il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha illustrato alle parti sociali.
Incentivi di mobilità, disoccupazione per apprendisti, una tantum per i co.co.pro e altre indennità si applicheranno a tutti i lavoratori dipendenti privati e a quelli pubblici con contratto non a tempo indeterminato. I requisiti per accedere agli ammortizzatori prevedono due anni di anzianità assicurativa e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio. La durata sarà di 12 mesi, 15 per i lavoratori sopra i 58 anni. L'importo massimo sarà di circa 1.119 euro con l'abbattimento delle indennità del 15% dopo i primi sei mesi e un ulteriore 15% di abbattimento dopo altri sei mesi.
Bonanni: Governo riveda la mobilità o sarà un'ecatombe sociale - Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, si dice «preoccupatissimo» sulla mobilità che secondo il disegno tracciato dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, dovrebbe essere sostituita con la disoccupazione e con una accelerazione rispetto ai tempi inizialmente previsti. Al termine dell'incontro con le parti sociali e il ministro, Bonanni ha messo in luce che «con l'innalzamento così alto dell'età pensionabile e con la crisi galoppante, quello che dice il ministro significa una ecatombe. Sarebbe un disastro».
«Chiediamo al Governo di tornare indietro su questo». Bonanni dice «no ad accorciare i tempi della copertura e l'indennità. Spero che il Governo cambi posizione su questo aspetto e completi la riforma che deve avere un senso».
Camusso: Oggi abbiamo fatto un passo indietro - «Il dato di oggi è che abbiamo fatto un passo indietro». Lo ha detto Susanna Camusso leader della Cgil al termine dell'incontro fra il ministro Elsa Fornero e le parti sociali. L'aspetto criticato dalla Camusso è quello legato alla sostituzione dell'indennità di mobilità con la disoccupazione.
Susanna Camusso ha spiegato che il passo indietro deriva «dall'avere il governo fatto una proposta di accelerazione del nuovo sistema per sostituire la mobilità con la disoccupazione». Per la leader della Cgil questo vuol dire che «una parte consistente dei lavoratori avrebbe una riduzione delle coperture nel tempo e nessun vantaggio per l'indennità economica».
Fornero: Presto per dire dove trovare le risorse - Il governo non è ancora in grado di dire dove troverà le risorse per la riforma del mercato del lavoro. Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, secondo quanto riportato dalla Cgil su Twitter. «Non sono in grado di dirvi - ha detto la Fornero - dove saranno trovate le risorse, il governo è impegnato a ricercarle. Posso dirvi però che sicuramente le risorse non saranno sottratte ai capitoli che riguardano il welfare».
Chiudiamo per il 23, ammortizzatori da quest'anno - Quella appena iniziata è «la settimana decisiva per la definizione dell'accordo» per la riforma del mercato del lavoro.
Fornero ha ricordato che «il presidente Monti e il ministro del Lavoro intendono chiudere tra il 21 e il 23 marzo. Il governo - ha proseguito Fornero - ha sempre lavorato per un accordo con le parti sociali. Questo è l'obiettivo. Per questa prospettiva lavoriamo in questa ultima fase».
I nuovi ammortizzatori sociali partiranno già quest'anno e andranno a regime nel 2015 e non nel 2017 così come era stato detto nell'ultimo incontro tra governo e parti sociali, ha aggiunto il ministro. «Sarà accorciato il periodo di transizione della riforma e il cambio del sistema degli ammortizzatori - avrebbe detto il ministro Fornero - cominciamo nel 2012 e andremo a regime nel 2015».
Obiettivo disoccupazione 4-5% strutturale - Con la riforma del mercato del lavoro «l'obiettivo del governo è la riduzione strutturale stabile del livello di disoccupazione, portandolo al 4-5% strutturale». E' quanto avrebbe detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, alle parti sociali sottolineando che «questo è un tassello essenziale ai fini della crescita».
Per centrare l'obiettivo della crescita è necessario «un forte coinvolgimento del sud», ha poi affermato Fornero secondo cui «non c'è crescita senza equilibrio tra nord e sud».
Marcegaglia: Transizione più breve è un problema - Ridurre i tempi dal 2017 al 2015 per l'entrata a regime dei nuovi ammortizzatori sociali rappresenta un problema per le imprese. Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, al termine dell'incontro tra Governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro.
«Il periodo di transizione più breve - ha detto Marcegaglia è un problema». Il numero uno di Confindustria ha riferito di aver sollecitato il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a «rivedere» i tempi per l'entrata in vigore a regime dei nuovi ammortizzatori perché le aziende hanno bisogno di «più tempo» per gestire i processi di ristrutturazione legati alla crisi economica.
«Sugli ammortizzatori - ha aggiunto - condividiamo il disegno finale su due pilastri: cassa integrazione ordinaria e cassa integrazione straordinaria, che resta, e sussidio disoccupazione. Non abbiamo parlato di flessibilità in uscita. Lo farà il ministro sui vari tavoli».
Rete Imprese: Con riforma per PMI aumento costi +2% - La riforma del mercato del lavoro potrebbe tradursi in un aggravio del costo del lavoro superiore al 2%. Per le Pmi sarebbe inaccettabile. Questo il monito lanciato ad presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi, al termine del tavolo sulla riforma del mercato del lavoro: «Abbiamo espresso al ministro le nostre perplessità perché le proposte avanzate porterebbero ad un appesantimento del costo del lavoro superiore al 2%. E sarebbe inaccettabile per le Pmi. Dobbiamo creare nuove imprese invece di farle chiudere visto che già negli anni passati il saldo è stato negativo per 100mila aziende con 300mila posti di lavoro in meno».
Rete Imprese ha fatto presente che la riforma del mercato del lavoro non deve «gravare sulle Pmi e invece graverà». Per le Pmi un'altra questione critica è quella legata all'aumento del costo del lavoro legato ai contratti a tempo determinato. Rete Imprese ha chiesto un incontro al ministro Fornero «per approfondire proprio il tema del costo del lavoro - ha aggiunto Venturi - che si traduce in 400 euro annui a dipendente e non è poco». L'aggravio deriverebbe dalla riforma degli ammortizzatori per circa l'1,3% e il resto dai nuovi regimi contrattuali.
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