27 aprile 2024
Aggiornato 10:00
La riforma del mercato del lavoro

Lavoro, Bersani: Oggi sono più ottimista, serve un progetto comune

Il leader del PD: Siamo consapevoli che il paese è nei guai e dobbiamo cercarlo. L'Articolo 18 non va cancellato, serve manutenzione. Casini: Riforma va fatta senza diktat ma coinvolgendo. Di Pietro: L'articolo 18 è un falso problema

BOLOGNA - Il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, è «più ottimista» sulla possibilità di raggiungere un accordo sulla riforma del lavoro, perché «c'è una consapevolezza che il paese è nei guai e dobbiamo cercare un progetto comune».
«Mi pare - ha detto Bersani a margine della presentazione di un rapporto sul lavoro a Bologna - che in queste ultime 48 ore, sia da parte di tutti quelli che sono seduti al tavolo a cominciare dal governo ma anche da parte dei commentatori autorevoli, si comincia a tornare ad una consapevolezza che il paese è nei guai e dobbiamo cercare un progetto comune». Per questo, ha detto il segretario, «io sono più ottimista oggi».
«Mi era parso qualche giorno fa - ha aggiunto - che molto tranquillamente si dicesse 'liberi tutti, ognuno fa quel che vuole', io ho cercato di sottolinearlo», ora «sono più ottimista».

Il PD è l'unico partito che discute, sembra che abbiamo problemi... - Il Partito democratico ha proposte precise che ha portato in Parlamento e che «non toccano l'articolo 18». «Sembra che abbiamo dei problemi» su questo tema all'interno, ha detto il segretario Pierluigi Bersani, «perché siamo gli unici che ne discutiamo».
«Il Pd - ha detto Bersani - ha le sue proposte precise in Parlamento. Nel Pd c'è libertà di parola, è l'unico partito che ha presentato proposte precise in Parlamento sul lavoro». Quindi «quando arriveranno le norme del Governo sapremo come confrontarle perché noi abbiamo le nostre proposte che non toccano l'articolo 18, ma riguardano la precarietà, gli ammortizzatori, gli incentivi per l'occupazione femminile e per ridare un po' di lavoro».
«Di questo ci siamo ampiamente occupati negli organismi dirigenti nelle assemblee - ha aggiunto -. Il punto è che ne discutiamo solo noi e per questo sembra sempre che noi abbiamo dei problemi».

L'Articolo 18 non va cancellato, serve manutenzione - Si può pensare ad una «manutenzione dell'applicazione del concetto dell'articolo 18, ma al momento non è in discussione la sua cancellazione».
«Che si possa fare una manutenzione dell'applicazione dell'articolo 18» è normale, ha osservato Bersani a Bologna, per la presentazione di un rapporto sul lavoro, ma «bisogna lasciare lavorare il tavolo». Al momento in Italia, ha ricordato, per «decidere su un risarcimento o un reintegro ci vogliono sei anni», quindi parlare dell'abolizione dell'articolo 18 di fatto è una «cosa che non esiste».
Lavoriamo su «precariato e ammortizzatori sociali - ha aggiunto Bersani - e dopo cancellare l'articolo 18 non esiste» come «hanno detto anche imprenditori come Squinzi. C'è da aggiustare la gestione, si può affrontare, ma non mettiamo al centro un tema che è al margine».

In Parlamento non c'è maggioranza politica - «In questo Parlamento non c'è una maggioranza politica, va cercata tutte le volte».
«C'è un impegno di forze - ha aggiunto Bersani - che sostengono un governo di emergenza e transizione. Su ogni singolo provvedimento bisogna fare la fatica di discutere un po'».

Casini: Riforma va fatta senza diktat ma coinvolgendo - La riforma del lavoro «sicuramente va fatta». Ne è convinto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, che però ha evidenziato la necessità che non ci siano «diktat né da una parte né dall'altra».
«La riforma del lavoro sicuramente va fatta - ha spiegato Casini - mi auguro con quella serietà, consapevolezza e capacità di discutere con i sindacati, con Confindustria e Rete Imprese Italia. Bosogna coinvolgere, come sta facendo il Governo, senza diktat né da una parte né dall'altra».

Di Pietro: L'articolo 18 è un falso problema - «L'articolo 18 è un falso problema per distogliere i cittadini dai problemi reali». Lo ha detto oggi a Genova il leader dell'Idv, Antonio di Pietro, a margine di un convegno sulle energie rinnovabili. «Il problema dell'Italia - ha sottolineato - non sono le cause intentate per l'articolo 18: l'economia italiana non va a causa della corruzione, dell'eccessiva burocrazia e delle lobby che impediscono il salto di qualità per il nostro Paese».

Fioroni: Accordo possibile, Governo non complichi apposta - L'accordo sul mercato del lavoro è «possibile» e adesso deve essere la politica ad «aiutare» il Governo a non complicare le cose. Lo ha detto Giuseppe Fioroni, interpellato al telefono: «Esistono i presupposti perché il tavolo tra le parti sociali e il Governo chiuda l'accordo con un passo significativo in avanti. Ora è necessario che la politica faccia la propria parte per far concludere positivamente questo iter e aiuti il governo a non complicare la soluzione possibile».
«Soprattutto - ha aggiunto - bisogna evitare di far passare il tempo per poi dire che occorre fare da soli, questo non è possibile».

Serracchiani: Non enfatizzare lo scontro sull'articolo 18 - «L'articolo 18 non può essere l'argomento per cui il Partito democratico si fa riconoscere nel dibattito sulle misure anticrisi del Governo Monti». Lo ha detto l'europarlamentare del Pd Debora Serracchiani.