28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
La riforma del mercato del lavoro

Lavoro: Marcegaglia, per i prossimi due anni la Cigs è necessaria

La Presidente di Confindustria: In vista moltissime ristrutturazioni da gestire. Camusso: Se ci ascoltano, riforma in quattro settimane. Dal PD un'interpellanza alla Fornero su dimissioni in bianco

ROMA - Nel prossimo biennio le imprese italiane si troveranno a dover gestire numerose ristrutturazioni e per questo avranno bisogno di tutti gli strumenti necessari, dalla cassa integrazione straordinaria alla mobilità. A ribadirlo è il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine del roadshow «Expo incontra le imprese».
«Abbiamo già detto che per i prossimi due anni - ha spiegato Marcegaglia riferendosi al tavolo sul mercato del lavoro a Palazzo Chigi - abbiamo moltissime ristrutturazioni da gestire e quindi abbiamo bisogno di tutti gli strumenti che abbiamo: la Cig straordinaria, la mobilità che oltretutto ci autofinanziamo». Dunque «noi abbiamo detto al ministro che, per il futuro, siamo anche disponibili a ragionare in una nuova architettura però, poi, bisogna verificare bene qual è la più efficiente, questa o quella che ha in mente il ministro con la Cig ridotta, sussidi di disoccupazione e salario minimo».

Camusso: Se ci ascoltano, riforma in quattro settimane - «Se l'ascolto è stato utile, può essere un tempo ragionevole. Ma non mi fossilizzerei su questo». E' quanto ha detto il segretario Cgil Susanna Camusso rispondendo, durante la trasmissione Otto e mezzo ad una domanda sulla probabilità di arrivare ad una riforma del lavoro in quattro settimane.
«Quattro settimane - ha sottolineato - possono essere un tempo lunghissimo o brevissimo. Se ricominciamo la settimana prossima da dove eravamo lunedì scorso, il tempo sarà lungo».
Sui rapporti con Cisl e Uil, Susanna Camusso ha ribadito: «abbiamo già presentato la nostra bozza unitaria e andremo avanti uniti».

PD: interpellanza alla Fornero su dimissioni in bianco - «In quali tempi e con quali modalità il ministro Elsa Fornero intenda dare seguito alle sue dichiarazioni per porre fine alla triste e vessatoria pratica delle dimissioni in bianco». E' quanto chiede un'interpellanza al ministro del Lavoro e delle politiche sociali presentata dalla senatrice del Pd Vittoria Franco, dalla presidente del gruppo al Senato Anna Finocchiaro, dai vicepresidenti Luigi Zanda e Nicola Latorre e sottoscritta anche dai parlamentari democratici Ichino, Nerozzi, Roilo, Blazina, Ghedini, Passoni, Treu, Adamo, Amati, Armato, Bassoli, Bastico, Bertuzzi, Biondelli, Carloni, Chiaromonte, Donaggio, Fioroni, Fontana, Granaiola, Incostante, Lusi, Magistrelli, Marinaro, Mongiello, Morando, Negri, Poretti, Sangalli, Serafini , Soliani e Vita.

Un fenomeno che interessa 2 milioni di lavoratrici - «Il fenomeno delle dimissioni in bianco - si legge nel documento - interessa circa 2 milioni di lavoratrici e lavoratori italiani, ma soprattutto le donne in età fertile in una percentuale del 60 per cento ed è diffuso su tutto il territorio nazionale. Per i datori di lavoro ricorrere a questo abuso, che rappresenta anche un modo per aggirare l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, è possibile in quanto la norma che contrastava il fenomeno, introdotta nel nostro ordinamento durante il Governo Prodi con la legge 188/2007, è stata prontamente abrogata, a pochi mesi dalla sua entrata in vigore, dal Governo Berlusconi. Per le donne i motivi più frequenti dell'ingiustificato licenziamento sono la gravidanza o la nascita di un figlio, la malattia, l'età, nonché i rapporti con il sindacato. Secondo quanto risulta dal Rapporto annuale 2011 dell'Istat, sono circa 800 mila, quasi il 9 per cento delle lavoratrici, le donne che, nel corso della loro vita, sono state licenziate attraverso le dimissioni in bianco o perché in gravidanza. A subire più spesso questo trattamento sono le più giovani (il 13,1 per cento delle madri nate dopo il 1973), le residenti nel Mezzogiorno (10,5 per cento) e le donne con un titolo di studio basso (10,4 per cento), le donne che lavorano o lavoravano come operaie (11,8 per cento), quelle impiegate nell'industria (11,4 per cento)».
«Tra le lavoratrici costrette a lasciare il lavoro in occasione o a seguito di una gravidanza, solo 4 su 10 hanno poi ripreso l'attività, solo 23 su 100 al Sud. Premesso - conclude l'interpellanza - che da tempo sono assegnati alla Commissione Lavoro del Senato i ddl dei senatori Ichino e Nerozzi, finalizzati al contrasto del fenomeno delle dimissioni in bianco e che la stessa Fornero ha di recente dichiarato di voler porre rimedio a questa grave situazione, chiediamo quali saranno i provvedimenti del ministero del Lavoro».