Lavoro: Sindacati, estendere la Cig. Contributo da tutte le aziende
Via gradualmente la Cassa integrazione in deroga, indennità di disoccupazione a cocopro. Sono alcune delle richieste che Cgil, Cisl, Uil e Ugl avanzeranno al Governo nel confronto sul mercato del lavoro e che saranno discusse domani nella riunione delle segreterie unitarie
ROMA - La situazione di «grave difficoltà» dell'occupazione rende necessario per il 2012 definire alcuni «aspetti urgenti». In primo luogo «mantenere il regime attuale» degli ammortizzatori sociali, oltre che sugli ordinari su quelli in deroga, verificando l'adeguatezza del livello di risorse. Poi, la riforma «va messa in cantiere in questa fase» per poter entrare in vigore «gradualmente» con il superamento della cassa in deroga e puntando «all'estensione degli ammortizzatori a tutte le tipologie di lavoro e a tutte le dimensioni d'azienda». Sono alcune delle richieste che Cgil, Cisl, Uil e Ugl avanzeranno al Governo nel confronto sul mercato del lavoro e che saranno discusse domani nella riunione delle segreterie unitarie, che definirà la piattaforma comune.
La bozza dei sindacati - Nella bozza che TM News è in grado di anticipare, sugli ammortizzatori è previsto il «riordino» di due istituti: cassa integrazione e indennità di mobilità e disoccupazione. La piattaforma conferma per il sostegno al reddito, in costanza del rapporto di lavoro, la cassa integrazione nelle diverse forme (ordinaria e straordinaria) per tutelare i lavoratori nei momenti di contrazione produttiva o ristrutturazione; il potenziamento dei contratti di solidarietà.
«Nell'ambito del riordino della Cig - si legge nella bozza - vanno previste in via normativa le modalità di contribuzione al sistema da parte delle piccole aziende, del settore artigiano e del terziario, in forma diversificata rispetto alle aziende medio-grandi, e utilizzando in via sussidiaria la risorse a ciò destinate negli enti bilaterali». Per il sostegno al reddito successivamente alla risoluzione del rapporto di lavoro dovranno essere confermate, secondo la proposta dei sindacati, l'indennità di mobilità e quella di disoccupazione, istituti per i quali «va previsto un percorso graduale di unificazione».
L'indennità va estesa anche al lavoro a progetto, chiedono i sindacati al Governo. Va inoltre affermato in via di principio e nella pratica la condizionalità da parte dei percettori di ammortizzatori rispetto all'obbligo di partecipazione alle politiche attive del lavoro, alla riqualificazione professionale e al reimpiego, passando da un sistema di tipo passivo a uno attivo e dinamico.
Riparte la mobilitazione generale in Sardegna - CGIL CISL UIL della Sardegna, daranno vita, nei prossimi giorni, ad iniziative di protesta che si concluderanno con un grande sciopero generale dei settori produttivi, per «denunciare lo scenario di crisi e l'inerzia e l'incapacità di mettere in campo azioni per arrestarne il decadimento».
La grande multinazionale ALCOA, si legge in una nota delle segreterie regionali CGIL CISL UIL della Sardegna, «ha deciso di perpetrare un attacco devastante ad un territorio già martoriato da troppe crisi industriali, che rischia di avere negativi effetti a catena sulle possibilità di sviluppo dell’Isola. Tale decisione, infatti, va ad aggiungersi alle crisi che hanno già travolto importanti realtà, come ad esempio la KELLER, la QUEEN e il Petrolchimico, e che oggi travolgono interi comparti, come quello delle costruzioni e l’agroalimentare, che, sommati assieme, ben rappresentano il quadro di progressivo sgretolamento dell’intero apparato produttivo regionale, dell’occupazione che esso crea direttamente e nelle tante attività che se ne alimentano nei diversi settori ed ambiti locali».
Per CGIL, CISL e UIL della Sardegna diventa ormai «urgente e indifferibile il confronto del sindacato dei lavoratori con la Giunta regionale, che non può davvero decidere quando e con chi interloquire sui temi dello sviluppo che riguardano, anzitutto, la difesa e la crescita dell’apparato produttivo isolano, ma investono la responsabilità di individuare scelte prioritarie sul reperimento e sull’utilizzo delle risorse necessarie agli investimenti nelle politiche per il lavoro, nelle infrastrutture, nei servizi a rete e nel sociale e per riformare e riordinare la macchina amministrativa regionale in direzione della sua maggiore efficienza».
«Se il confronto sulla legge finanziaria ha finito per essere liquidato senza dare costrutto alle osservazioni critiche già svolte dalle organizzazioni sindacali, resta tuttavia - conclude la nota - la necessità di dare un’anima e un indirizzo leggibili alla politica e all’attività di governo della Regione.
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