25 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Riforma mercato del lavoro

Lavoro, Fornero: Over 50 e donne fuori dal mercato sono un'assurdità

Il Ministro in occasione della presentazione del libro di Emma Bonino: «Dopo le pensioni bisognerà mettere mano al mercato del lavoro». CGIA: «Il Tasso di disoccupazione reale è oltre il 10%»

TORINO - Giovani, donne e lavoratori anziani: sono queste le priorità indicate dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel corso del suo intervento in occasione della presentazione del libro di Emma Bonino «Doveri della libertà». Dopo aver messo mano alle pensioni occorrerà mettere mano al mercato del lavoro, la cui «organizzazione nel nostro Paese non è proprio buona», ha sottolineato il ministro del Welfare. «In Italia abbiamo un problema di occupazione tout court», ha sottolineato Fornero che tuttavia non intende sbilanciarsi sugli con le parti sociali che si sono tenuti questa settimana: «Ci sono trattative in corso, ho incontrato le parti sociali in lunghe ore di interlocuzione sul mercato del lavoro. Ma non voglio dire di più». Tuttavia il ministro ci tiene a sottolineare una cosa: «Se un lavoratore che ha più di 50 anni ha difficoltà nell'impresa in cui lavora, questo si sente perso. È un'assurdità», ha voluto precisare Fornero.

CGIA: Il Tasso di disoccupazione reale è oltre il 10% - Se per l'Istat il tasso di disoccupazione ha raggiunto nel novembre scorso la soglia dell'8,6%, quello reale, invece, ha superato il 10%». Ad affermarlo è il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che spiega come il dato sia il frutto della somma tra i disoccupati censiti dall'Istat e i cosiddetti sfiduciati. Ovvero, coloro che in questi ultimi 3 anni di crisi economica sono usciti dalle statistiche ufficiali perché hanno deciso di non cercare più un nuovo posto di lavoro.
Nel novembre del 2011, secondo la periodica rilevazione dell'Istat, le persone attivamente alla ricerca di una occupazione erano 2.142.000. A questo esercito di senza lavoro, la Cgia ha sommato 438.000 nuovi scoraggiati che, in questi ultimi 38 mesi di crisi, sono usciti dalle classifiche ufficiali ingrossando la fila degli inattivi. In pratica, i senza lavoro «reali» sono composti da 2.580.000 persone.
Pertanto, sommando ai 2 milioni e 142mila disoccupati questi nuovi 438mila «sfiduciati», il tasso di disoccupazione «reale» (o tasso reale di marginalità dal lavoro) si attesta al 10,1%: 1,5 punti percentuali in più rispetto al dato ufficiale fornito la settimana scorsa dall'Istat. «Tra le 438.000 persone che in questi ultimi 3 anni di profonda crisi hanno deciso di non cercare più un lavoro - conclude Giuseppe Bortolussi - risiede in buona parte nelle regioni del Mezzogiorno. E' evidente che una gran parte di queste persone è andata ad alimentare l'abusivismo ed il lavoro nero creando gravi danni a quelle aziende che, nonostante le difficoltà economiche, sono rimaste in attività».