UE, nuova bozza del «patto di bilancio»: accolte le istanze dell'Italia
La nuova bozza fatta circolare dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy: Non emendamenti espliciti, ma riferimento a regole «Six Pack». Monti: Euro stabile e forte, tedeschi ne siano orgogliosi
BRUXELLES - La nuova bozza del trattato a 26 paesi sul «patto di bilancio» per l'Eurozona (il Fiscal Compact), accoglie sostanzialmente le istanze dell'Italia sulle modalità di riduzione del debito pubblico eccessivo.
Pur non avendo integrato gli emendamenti chiesti dall'Italia, che miravano a riportare esplicitamente nel testo dell'accordo diversi riferimenti al cosiddetto Six Pack (le nuove regole sul rafforzamento della governance economica dell'Eurozona, in vigore dal 13 dicembre scorso), la nuova bozza fatta circolare dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, in vista della nuova riunione dei negoziatori nel Working Group, che si terrà domani a Bruxelles, ha introdotto una modifica equivalente, sebbene non altrettanto esplicita.
Non sono stati accolti, invece, né formalmente né sostanzialmente, gli emendamenti ultrarigoristi della Germania, che tendevano ad aggiungere un ulteriore giro di vite sul debito pubblico rispetto allo stesso Six Pack.
L'Italia voleva mantenere nel testo dell'accordo tutti gli elementi già presenti nel Six Pack che aggiungono flessibilità nell'imposizione del ritmo di rientro dal debito eccessivo: in particolare il riferimento all'influenza del ciclo economico e ai cosiddetti 'altri fattori rilevanti' che la Commissione europea nelle sue valutazioni deve prendere in conto, e che includono la sostenibilità di lungo termine del sistema pensionistico e lo stock del debito del settore privato, come rischio (se troppo alto) di aggravamento di quello pubblico.
Inoltre, il Six Pack precisa senza ambiguità che il ritmo di riduzione del debito di un ventesimo all'anno deve essere calcolato sulla parte eccedente rispetto alla soglia massima di Maastricht del 60% (in rapporto al Pil), e non sul totale dello stock, e che la diminuzione deve essere considerata come valore medio annuale per triennio, e non rigidamente applicato anno per anno.
Mentre quest'ultimo elemento (la riduzione di un ventesimo calcolata sul triennio) e la considerazione del ciclo economico erano stati già presi in conto dalla bozza precedente con il riferimento a un preciso paragrafo di un regolamento del 'Six Pack', gli «altri fattori rilevanti» rischiavano invece di non essere considerati, perché stanno nei paragrafi successivi dello stesso articolo (art.2 del Regolamento 1177/2011). La nuova bozza colma questa lacuna, perché presenta un aggancio non più a un singolo paragrafo, bensì a tutto l'articolo del regolamento Ue, includendo dunque in pieno gli «altri fattori rilevanti».
Da notare che gli emendamenti tedeschi non accolti volevano invece eliminare del tutto i riferimenti a questo regolamento del 'Six Pack'. In più, chiedevano di far partire le riduzioni annuali di un ventesimo per i debiti eccessivi (senza specificare se relative allo stock totale o alla parte eccedente il 60% rispetto al Pil) già dal prossimo anno, e non dopo un periodo transitorio di tre anni, come prevede il 'Six Pack'.
Monti: Euro stabile e forte, tedeschi ne siano orgogliosi - L'euro è una moneta «stabile e forte» e quando sarà supportata dai nuovi meccanismi di stabilità che si stanno mettendo a punto «sarà una creazione di cui i tedeschi dovranno essere orgogliosi». Con queste parole - secondo quanto riferito da alcuni giornalisti tedeschi - il presidente del Consiglio Mario Monti ha rassicurato l'opinione pubblica tedesca sul futuro della moneta comune, nel corso di una serie di interviste rilasciate alle emittenti tedesche dopo l'incontro di Berlino con la cancelliera Angela Merkel.
All'intervistatore che faceva presenti i dubbi di parte dell'opinione pubblica tedesca sull'euro, Monti avrebbe risposto: «I tedeschi non hanno ancora ben realizzato i benefici avuti dalla moneta unica. A loro, come agli italiani, dico di credere nell'euro che è una moneta stabile e forte e non è in crisi. L'euro, supportato dalle condizioni di stabilità che stiamo creando, è una creazione di cui i tedeschi dovranno essere orgogliosi».
Italia merita riconoscimento, non è più un rischio - Non «ricompense», ma il «riconoscimento» che l'Italia non è più un «rischio» per la stabilità dell'Europa.
Monti ha ricordato la «maturità» degli italiani nell'accettare i sacrifici, che «merita non ricompense da parte dell'Europa perchè queste misure sono state adottate nell'interesse dell'Italia, ma un riconoscimento da parte dell'Europa che non deve più temere l'Italia come possibile fonte di infezione per la zona euro, ma può contare su un'Italia pronta a fare appieno la sua parte nella conduzione della UE verso la stabilità».
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