25 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Riforma del mercato del lavoro

Bersani: Ok a contratto prevalente, l'articolo 18 non è un problema

Il leader dei Democratici: «La questione non è buttare fuori la gente». Damiano: «Pensioni, i risparmi tornino al lavoro». Diliberto: Articolo 18 pilastro sociale, guai a toccarlo. Fassina: utile l' approccio di Monti al mercato del lavoro. Zanda: «Bene che aumento occupazione sia priorità governo»

ROMA - Il Pd propone al Governo di adottare il «contratto prevalente», al posto dei tanti contratti di lavoro che esistono adesso, un contratto che preveda un periodo di prova fino a tre anni e poi l'assunzione a tempo indeterminato con sgravi per l'impresa. Il segretario democratico Pier Luigi Bersani lo ha detto a Otto e mezzo: «Abbiamo fatto sei mesi fa la conferenza nazionale del lavoro, abbiamo la nostra piattaforma, abbiamo una posizione da tempo: il lavoro non si crea con la riforma del mercato del lavoro, aiuta ma ci vuole altro. Bisogna avere un contratto prevalente di ingresso, che salvi due o tre contratti atipici, e che dice che fino a tre anni chi entra nel lavoro ha una tutela crescente; e se viene licenziato non si applica l'articolo 18 ma l'indennità».
Ha aggiunto Bersani: «Passata questa fase, che può essere da sei mesi a tre anni, l'impresa ne ha un vantaggio contributivo se assume a tempo indeterminato, così l'ora di lavoro flessibile costa un po' di più dell'ora di lavoro a tempo determinato». In generale, «l'articolo 18 non è un problema, abbiamo 800mila posti di lavoro in meno, è facilissimo buttare fuori, lo dice anche l'Ocse. La rigidità è sugli elementi contrattuali, che impedisce spesso all'organizzazione aziendale la flessibilità sufficiente».

Damiano, Pd: «Pensioni, i risparmi tornino al lavoro» - Va avviata una riflessione sui risparmi complessivi ricavati dal sistema pensionistico: è significativo il richiamo di Massimo
Mucchetti, sul Corriere della Sera, quando afferma che secondo i primi conteggi Inps la riforma Fornero, a regime già nel 2018, comporterà un risparmio pari all'1,4% del Pil».
Cesare Damiano, capogruppo PD in commissione Lavoro alla Camera, aggiunge che «bisogna chiarire se questo si somma ai risparmi delle riforme precedenti, quelle effettuate tra il 2004 e il 2011, che comportano anch'esse un analogo risparmio su base annua dal 2015 al 2050.
Si tratta di una quantità enorme di risorse ricavate dallo Stato sociale che possono essere indirizzate in quota parte in due direzioni: la prima, per consentire ai lavoratori che si sono licenziati e che sono rimasti senza lavoro e senza pensione di poter accedere alla previdenza con le vecchie regole; la seconda, per finanziare ammortizzatori sociali adeguati a fronteggiare la crisi, senza dover mettere in discussione l' articolo 18».

Diliberto: Articolo 18 pilastro sociale, guai a toccarlo - «Nell'impaziente attesa di sapere cosa ha in mente di fare il governo, diciamo al presidente del Consiglio Monti che l'articolo 18 per noi, da sempre fedeli cultori del rispetto e della dignità dei lavoratori, è un 'pilastro' sociale su cui si regge il mondo del lavoro». E' quanto afferma Oliviero Diliberto, segretario nazionale del PdCI-Fds, che aggiunge: «E non potrebbe essere altrimenti, soprattutto in periodi di crisi nera nei quali le tutele ed i diritti sono garanzia di crescita».

Fassina: utile l'approccio di Monti al mercato del lavoro - Ascolti record ieri sera su Rai3 per Che tempo che fa con ospite il presidente del Consiglio Mario Monti. Gli spettatori del programma di Fabio Fazio sono stati 6 milioni e 99 mila con il 20,85% di share. Per la trasmissione, la più vista in tv ieri sera, è il risultato più importante della stagione.
Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, commenta così l'apparizione televisiva del premier: «Del discorso fatto da Mario Monti a 'Che tempo che fa' è stata convincente la parte dedicata alla controffensiva italiana nell'Unione Europea al fine di correggere la rotta imposta dalla Germania all'area euro. Oggi il governo Monti ha la credibilità grazie al parlamento che ha approvato una manovra pesante per poter sedere al tavolo alla pari con la Merkel e Sarkozy e chiedere una inversione di rotta.
Utile l'approccio di Monti al mercato del lavoro. L'analisi fattuale sul terreno economico consentirà al governo di verificare che l'articolo 18 non c'entra nulla con la precarietà e con la crescita. Ma è uno strumento efficace di sostegno ai diritti di tutti i lavoratori».

Zanda: «Bene che aumento occupazione sia priorità governo» - «In un Paese come è l'Italia, abituato a politici che in televisione da anni abusano di slogan vuoti e di pura propaganda, ieri il presidente Monti ha esposto, con ben altro stile, argomenti puntuali sulla linea del suo governo. Ha riconosciuto, tra l'altro, che oggi la più grave emergenza del Paese è la mostruosa disoccupazione che riguarda un giovane su tre ed è purtroppo in aumento. Bene, quindi, che il governo dia priorità all'aumento dei posti di lavoro. Così come è chiarissimo che per aumentare i posti di lavoro non c'è alcun bisogno di modificare l'articolo 18».
Lo afferma il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda commentando, al Tg1, l'intervista ieri rilasciata da Mario Monti a Fabio Fazio.