28 agosto 2025
Aggiornato 10:00
Il 30 gennaio il Consiglio dei Ministri degli Esteri UE su sanzioni a Teheran

ENI, la compagnia Iran NIOC si rifiuta di pagare arretrati per 2 miliardi di dollari

Lo ha affermato il direttore degli affari internazionali della Nioc, Mohsen Qamsari in una dichiarazione all'agenzia ufficiale Irna, specificando che l'Eni «non ha nessuno specifico reclamo finanziario sulla Nioc»

ROMA - La compagnia petrolifera statale iraniana National Iranian Oil Company (Nioc) ha affermato oggi di non dovere pagare i due miliardi di dollari in forniture petrolifere chiesti dall'Eni come arretrati. Lo ha affermato il direttore degli affari internazionali della Nioc, Mohsen Qamsari in una dichiarazione all'agenzia ufficiale Irna, specificando che l'Eni «non ha nessuno specifico reclamo finanziario sulla Nioc».

2 miliardi di dollari di crediti - La dichiarazione giunge dopo che, a dicembre, l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni, rispondendo a una domanda sull'eventuale impatto sull'Italia di un embargo sul petrolio iraniano della misura sull'Italia, aveva risposto che questo potrebbe complicare il recupero da parte dell'Eni di circa 2 miliardi di dollari di un credito vantato nei confronti della NIOC. «Le nostre raffinerie sarebbero capaci di gestire questo problema», ha detto Scaroni in conferenza stampa. Tuttavia, ha aggiunto, «siamo un po più preoccupati per i pagamenti che la NIOC deve farci per le nostre attività passate».

Il 30 gennaio il Consiglio dei Ministri degli Esteri UE su sanzioni a Teheran - L'Unione Europea dovrebbe annunciare nuove sanzioni contro l'Iran a un consiglio dei ministri degli esteri programmato per il prossimo 30 gennaio. Un pacchetto che è stato confermato nelle sue linee di massima dopo l'assicurazione data ai paesi membri dipendenti dal petrolio iraniano - Italia, Spagna e Grecia - sulla possibilità di reperire il greggio da fonti alternative. L'Italia chiede inoltre di poter continuare a ricevere il petrolio dovuto in base ad accordi siglati in precedenza.
Al momento, la Repubblica islamica vende circa 450.000 barili al giorno (18% delle sue esportazioni) all'Ue, in particolare a Italia (180.000 barili al giorno), alla Spagna (160.000) e alla Grecia (100.000).