29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
La crisi del debito sovrano

I mercati promuovono la manovra: brusco calo dei tassi e spread BTP

Differenziale con titoli tedeschi a livelli di fine ottobre. Pesano anche le attese su vertice UE, rendimenti sotto il 6%

ROMA - Decisamente positivo il primo giudizio dei mercati sulla manovra approntata dal governo. A Milano il Ftse-Mib ha siglato gli scambi al più 2,91 per cento, il rialzo più forte tra le Borse europee, oggi nuovamente tutte in recupero. Intanto si sono drasticamente attenuate le tensioni sui titoli di stato della penisola assieme a quelle che gravavano anche sulle emissioni degli altri paesi dell'area euro sotto stress, a cominciare dalla Spagna. Il tutto mentre proseguono le manovre in vista del vertice europeo del 9 dicembre, da cui sono attesi decisi progressi sulle regole della disciplina di bilancio, e questo, secondo le scommesse che sembrano prevalere sui mercati, potrebbe spianare la strada a interventi più energici della Bce contro le tensioni sui bond.

L'effetto combinato di questo contesto generale, e della blindatura del risanamento dei conti prevista dalla manovra dell'Italia, ieri ha schiacciato i rendimenti dei Btp decennali fin sotto il 6 per cento: al 5,95 per cento, secondo Bloomberg. Un valore che non si vedeva da fine ottobre. In parallelo è drasticamente calato anche il differenziale di rendimento dei Btp rispetto ai Bund della Germania, l'ormai famigerato spread che oggi è caduto fino a 372 punti base, per chiudere a 375 punti, minimo anche qui da fine ottobre. Un calo di 80 punti base rispetto all'apertura odierna e un valore di 200 punti base inferiore, o 2 punti percentuali pieni, rispetto al record di 575 punti registrato lo scorso 9 novembre.

Intanto una nuova bilaterale Francia-Germania ha rinsaldato questa sorta di direttorio a due di Eurolandia, sfociando nella proposta di una riforma dei 5trattiti da chiudere «a tappe forzate» se necessario solo a livello di area euro. Il tutto puntando a una rafforzata disciplina dui bilancio e ribadendo il principio che in Europa «i debiti pubblici si pagano», salvo il caso della Grecia che è e deve restare un eccezione.

Ieri l'euro è risalito a 1,3451 dollari; la Borsa di Parigi ha chiuso al più 1,15 per cento; Francoforte più 0,42 per cento; Londra più 0,28 per cento. La Borsa di Madrid ha a sua volta segnato un consistente rialzo, più 1,72 per cento, mentre i rendimenti dei titoli di Stato spagnoli a 10 anni sono scesi a loro volta repentinamente, al 5,12 per cento, il loro spread sui Bund cala a 291 punti base. Su queste emissioni i rendimenti sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo, se questo risale a seguito di acquisti i tassi ne risultano diminuiti, e viceversa. In questo modo i rendimenti sono una cartina di tornasole delle tensioni dei mercati.

Il tutto a dispetto del fatto che per ora la Bce sta tutt'altro che rafforzando i suoi acquisti di titoli di Stato. La scorsa settimana si sono più che dimezzati, a 3,662 miliardi in bond, a fronte degli 8,581 miliardi acquistati nella settimana antecedente. Ora l'ammontare totale di titoli di Stato detenuti dall'Eurotower, da cui si escludono quelli giunti a maturazione, è salito a 207 miliardi di euro, ha riferito la stessa istituzione con un comunicato. Prima ancora del vertice europeo, proprio alla Bce c'è un altro appuntamento cruciale questa settimana. La riunione del consiglio direttivo di giovedì. Più che misure sui titoli di Stato, che semmai potrebbero giungere e forse in chiave futura, sono attesi possibili interventi o sui tassi di interesse - è possibile un nuovo taglio dall'attuale 1,25 per cento - o sulle liquidità a favore delle banche.