3 ottobre 2025
Aggiornato 06:00
Il Governatore detta la sua ricetta

Ignazio Visco: Ai giovani diamo stipendi da fame

Per Bankitalia le misure adottate questa estate da Berlusconi non sono sufficienti: aggiustare i conti non serve, ci vuole la crescita. Senza l’innovazione non si va da nessuna parte. Scarsa concorrenza vuol dire poca occupazione. Volano i tassi dei Bot a sei mesi: da ottobre ad oggi sono raddoppiati

ROMA - Per il Governatore della Banca d’Italia è » ancora scarsa» la capacità del sistema produttivo italiano di valorizzare adeguatamente le risorse umane.
«I differenziali salariali per livelli di istruzione sono non solo inferiori a quelli di altri paesi, ma sono molto meno ampi per i lavoratori più giovani che per quelli più anziani», ha spiegato Ignazio Visco.

Ignazio Visco: ai giovani salari e stipendi da fame - I salari di ingresso nel mercato del lavoro sono oggi in termini reali su livelli pari a quelli di alcuni decenni fa. Lo ha rilevato il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso del suo intervento al XXX Congresso nazionale dell'Associazione italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia. «Chi si affaccia oggi sul mercato del lavoro sembra escluso dai benefici della crescita del reddito occorsa negli ultimi decenni», ha spiegato.
Visco ha sottolineato come sia «ancora scarsa» la capacità del sistema produttivo italiano di valorizzare adeguatamente le risorse umane. «I differenziali salariali per livelli di istruzione sono non solo inferiori a quelli di altri paesi, ma sono molto meno ampi per i lavoratori più giovani che per quelli più anziani», ha detto.

Ci vogliono altre manovre - Per un riequilibrio strutturale e duraturo dei conti pubblici è necessario che il Paese torni a crescere, perchè gli interventi adottati da quest'estate hanno sì contribuito a migliorare i nostri conti ma non sono sufficienti, ha affermato il Governatore della Banca d'Italia.
«Gli interventi adottati dall'estate miglioravano i conti pubblici ma non erano sufficienti - ha affermato - per un riequilibrio strutturale e duraturo è necessario che il Paese torni a crescere».

L’Italia non ha puntato sull’innovazione - «Il difetto di crescita italiano - ha spiegato Visco - è in buona parte riconducibile al ritardo e alle incertezze con cui il sistema produttivo ha risposto negli ultimi vent'anni alle sfide dell'innovazione tecnologica, dell'affermarsi sulla scena mondiale di nuove economie, del deciso aumento dell'integrazione europea. L'ingresso nell'unione monetaria ha fatto venir meno gli effimeri guadagni derivanti dalla svalutazione nominale del cambio, ci ha imposto un maggior rigore fiscale per rispettare i patti europei».

Raddoppiano i tassi sui Bot a sei mesi - Vola al 6,504% il rendimento del Bot semestrale rispetto al 3,535% della precedente asta del 26 ottobre.

A poca concorrenza corrisponde poca occupazione - «Solo intaccando le nostre debolezze strutturali si può rigenerare l'economia italiana», ha precisato Visco.
Secondo Visco, «la scarsa concorrenza contiene i livelli produttivi e occupazionali in molti settori, deprime la competitività e la capacità innovativa dell'intero sistema, frena il ricambio di un tessuto produttivo ancora troppo frammentato, impedisce ai talenti di esprimersi».

Favorire l’alta tecnologia - Serve, ha affermato il Governatore di Bankitalia, «un contesto istituzionale che favorisca il dinamismo e la crescita delle imprese, più stabilità e certezza del quadro normativo, un annullamento del ritardo infrastrutturale del Paese, particolarmente nei comparti dell'alta tecnologia».

Riformare il mercato del lavoro - «Il superamento del dualismo del mercato del lavoro può essere raggiunto attraverso una riforma organica della regolamentazione e della protezione sociale - ha proseguito - assetti della contrattazione più decentrati e flessibili possono consentire che remunerazione e organizzazione del lavoro siano meglio calibrati. Sulle concrete condizioni produttive. Un'attenzione particolare va rivolta al Mezzogiorno, dove le lacune strutturali sono più gravi».

Olli Rehn: risanare i conti non basta, ci vuole la crescita - In generale al risanamento delle situazioni economiche dei paesi il semplice consolidamento dei conti pubblici «non basta: ci vogliono anche riforme strutturali per rafforzare la crescita. E questo vale anche per l'Italia». Lo ha affermato il vice presidente della Commissione europea, Olli Rehn, responsabile di Affari economici durante una audizione alla Camera.

A Monti serve l’appoggio di Peppone e Don Camillo - Battuta di spirito, come spesso è uso fare, del vice presidente della Commissione europea, Olli Rehn, responsabile di Affari economici e euro, all'inizio di una audizione alla Camera. «Mi piacerebbe che Mario Monti avesse l'appoggio sia di Don Camillo che di Peppone», ha detto.
Rehn ha ricordato di esser stato più volte nella penisola: «ho sempre ammirato tanto e studiato con attenzione l'Italia».

Il Pil dell’Eurozona (Eurocoin) scende per il sesto mese consecutivo - A novembre Eurocoin è diminuito per il sesto mese consecutivo, al -0,20% dal -0,13 di ottobre. Come nei mesi recenti, rileva Bankitalia, la flessione riflette l'ulteriore peggioramento della gran parte delle variabili che contribuiscono al calcolo dell'indicatore. Eurocoin, sviluppato dalla Banca d'Italia, fornisce in tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale corrente nell'area dell'euro. in termini di tasso di crescita trimestrale del pil depurato dalle componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura e volatilità di breve periodo).

La stima di Eurocoin anticipa quelli che saranno i dati definitivi - Data la sua tempestività, spiega una nota della Banca d'Italia, la stima di Eurocoin precede di alcuni mesi l'uscita del dato ufficiale sulla crescita del pil nell'area rilasciata dall'Eurostat e si caratterizza per le sue buone proprietà anticipatrici del tasso di crescita del pil trimestrale al netto delle componenti erratiche e di breve periodo. In particolare, l'indicatore fornisce una stima della dinamica di fondo del pil con le seguenti proprietà: ha frequenza mensile e anticipa di alcuni mesi la stima ufficiale della crescita del pil nell'area; è immune da oscillazioni di breve periodo e errori di misura che caratterizzano la crescita trimestrale del pil, segnalando così la dinamica di fondo dell'attività nell'area dell'euro.