28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
E’ sempre più internazionale il futuro dei vini bianchi italiani

Opportunità e minacce per i vini bianchi di eccellenza

Il 12 novembre Gorizia diviene capitale dei bianchi d’eccellenza con un summit interamente dedicato alle prospettive nel mercato internazionale per un comparto trainante dell’enologia nazionale

GORIZIA - E’ sempre più internazionale il futuro dei vini bianchi italiani. Sulla scia di quanto sta avvenendo in Italia, dove il vino bianco si è portato al 55% del totale dei consumi, mentre i vini rossi e rosati sono scesi al 45% (dato Assoenologi), anche all’estero è ora tempo di rivincita per il comparto.
Sarà questo il tema del convengo internazionale ‘Opportunità e Minacce per i Vini Bianchi di Eccellenza’, in programma l’11 e 12 novembre a Gorizia, promosso dal Consorzio Tutela Collio e Carso con il sostegno della regione Friuli Venezia Giulia. Aperto ad aziende ed operatori del settore italiani ed esteri, l’incontro offrirà anzitutto un focus sul mercato statunitense, grazie alla presenza di personaggi di primo piano come Antonio Galloni, referente di «The Wine Advocate», la temutissima newsletter di Robert Parker e Paul Wagner, della società Balzac Consulting, esperto di marketing internazionale.

La scelta di puntare con decisione sul mercato US non è casuale. Solo nel primo semestre, infatti, il mercato dei vini bianchi nel Paese ha registrato una crescita del + 19,8% e le stime di Assoenologi prevedono nel 2012 un’ulteriore crescita del 10%. E se in pole position vi sono vini come il Soave e il Pinot Grigio, per il Collio e, più in generale, per il Friuli Venezia Giulia, regione da sempre vocata alla produzione di vini bianchi di eccellenza, si aprono scenari sempre più interessanti. Durante l’incontro del 12 novembre non si parlerà però solo di Stati Uniti. A intervenire saranno anche Filip Cayman, della società di indagini di mercato Wine Intelligence, che presenterà la situazione dei vini bianchi di eccellenza nei principali mercati di export per il vino italiano, e Michèle Shah, giornalista ed esperta di marketing nei paesi emergenti.
Oggi l’export del vino italiano vale 3917,4 milioni di euro e il Friuli Venezia Giulia rappresenta l’1% con 65,5 milioni di euro. Sebbene in percentuale assoluta il valore sia limitato, in termini di immagine giocano un ruolo importante. Merito dei produttori, primi fra tutti quelli del Collio, che hanno saputo unire una dimensione famigliare delle aziende, in media estese su 4 ettari, alla vocazione internazionale. Merito anche del programma di promozione nei paesi terzi iniziato nel 2009 e promosso dal Consorzio Tutela Collio e Carso che, grazie a fondi OCM vino, darà vita a un progetto di promozione tra il 2012-2014 con un investimento di 3,4 milioni di euro. Paesi obiettivo saranno Stati Uniti, Paesi Bric e Asia e, già a fine ottobre, sarà realizzata un’iniziativa presso lo Showroom Vespa di San Francisco.
In Europa, invece, il Consorzio sta avviando un progetto di promozione in Germania e Austria. Con iniziative cui aderisce l’intero sistema, e attraverso la forte propensione all’internazionalizzazione delle imprese, il Collio è riuscito ad affermare nei mercati esteri le referenze più identificative di territorio (come Collio Bianco o Ribolla Gialla) e a registrare una percentuale d'export superiore della media regionale.

La produzione del Collio ammonta a 6 milioni di bottiglie con una percentuale dell’80% di vini bianchi. Il valore al consumo è di circa 200 milioni di euro.

Il Consorzio di Tutela
Fondato nel 1964, tra i primi in Italia, il Consorzio Tutela Collio nacque da un’intuizione del primo Presidente, il Conte Attems, che ebbe la lungimiranza di unire i migliori produttori locali, con l’obiettivo di promuovere la qualità del vino del territorio e di tutelarne la qualità.
Grazie al lavoro del Consorzio di Tutela nel 1968 fu ottenuta la doc.
Nel 2010 il Consorzio Tutela Collio assume una nuova dimensione, grazie alla fusione con il Consorzio Carso. Diventa così Consorzio Tutela Vini Collio e Carso. Il Consorzio si occupa della tutela, valorizzazione e promozione delle due denominazioni Collio e Carso che, pur mantenendo la propria identità distintiva, beneficiano in questo modo delle sinergie di conoscenze e competenze tipiche della viticultura di collina.
Oggi il Consorzio riunisce 200 produttori della denominazione Collio ed ha una forte rappresentatività.