29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Riforma del lavoro

Licenziamenti, il clima s'infiamma, Sacconi: rischio terrorismo

Camusso: «Spero che parli perché ha elementi». Il Ministro si è detto d'accordo con la proposta del senatore Democratico Piero Ichino, che ieri ha lanciato un appello al governo p

ROMA - «Ho paura ma non per me perchè io sono protetto, bensì per le persone che potrebbero non essere protette e diventare bersaglio di violenza politica che nel nostro paese non si è del tutto estinta». Ospite a Sky Tg24, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha parlato ieri apertamente di un nuovo rischio terrorismo nel paese, nello stile che nel 2002 ha ucciso il giuslavorista Marco Biagi. Parole che infiammano il dibattito in corso sulla riforma del lavoro, già acceso sulle nuove regole e maggiore flessibilità per i licenziamenti promesse dal governo nella lettera d'intenti consegnata all'Ue mercoledì scorso.

Amara la risposta della Cgil. «Mi auguro che Sacconi parli perchè ha elementi e non per inquinare un clima difficile», ha detto Susanna Camusso ospite a In Mezz'ora su Raitre. «Questi argomenti vanno trattati con grande cautela, sennò poi si rischia di invocare le cose...». Se ci sono elementi, ha continuato la leader della Cgil, «è giusto che la politica discuta e il Parlamento decida cosa fare». Netta anche la reazione dell'Idv: «Sacconi ha innescato la bomba, a cominciare dall'articolo 8 sui licenziamenti inserito in Finanziaria, e ora grida aiuto...», ha sottolineato il responsabile Welfare del partito, Maurizio Zipponi.

L'appello di Ichino al Governo - Ma, al di là del dibattito sui nuovi-vecchi allarmi, il ragionamento esplicitato da Sacconi alimenta un rimescolamento di posizioni tra maggioranza e opposizione sulla riforma del lavoro. Il ministro si è detto d'accordo con la proposta del senatore Democratico Piero Ichino, che ieri ha lanciato un appello al governo, sulle pagine del quotidiano Libero, per «riformare insieme» l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, in modo da stabilire regole di flessibilità in uscita dal posto di lavoro e tutele per chi viene licenziato.

E con Sacconi, tutto il Pdl ha accolto l'offerta del senatore del Pd. Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri ha chiesto al partito di avviare un «immediato confronto» con il senatore del Pd. Il presidente dei deputati pidiellini Fabrizio Cicchitto ha invitato a dare subito attuazione all'agenda delle riforme stabilita dal governo e a seguire i suggerimenti di Ichino e Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria che chiede più flessibilità in uscita per stimolare le assunzioni.

Netta la differenza di impostazione con il segretario del Pd e con la Cgil, che invece concede di potersi sedere al tavolo con il governo solo se si abbandonerà il tema dei licenziamenti e si sposterà la discussione sulla precarietà. Altrimenti, ha detto Camusso, sarà sciopero generale, concordato con gli altri due sindacati Cisl e Uil. Quanto a Pierluigi Bersani, il leader dei Democratici ha dichiarato: il governo «spenga la miccia» che ha acceso sul tema del lavoro e dei licenziamenti facili e «inizi a ragionare seriamente» per evitare che sia messa a rischio la coesione sociale.