28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Lavoro | Le stime della CGIA di Mestre

Licenziamenti, la Cgia vede nero. Sacconi: stime infondate

econdo una stima teorica della Cgia di Mestre, con il provvedimento sui licenziamenti annunciato dal governo la disoccupazione sarebbe aumentata, salendo oltre l'11%, azniché l'8,2% attuale. Sacconi: Disoccupazione all'11%? Infondata la stima della CGIA

ROMA - La disoccupazione sarebbe potuta salire oltre l'11% se in questi ultimi anni di crisi economica fosse stato in vigore il provvedimento annunciato dal governo nella lettera che il premier Silvio Berlusconi ha portato all'Europa. La stima è della Cgia di Mestre secondo cui «il tasso di disoccupazione nel Paese sarebbe potuto salire all'11,1%, anziché all'8,2% attuale, con quasi 738mila senza lavoro in più rispetto a quelli conteggiati oggi dall'Istat».
Lo scenario delineato, tengono a precisare dalla Cgia, è un puro esercizio teorico ottenuto ipotizzando di applicare le disposizioni previste dal provvedimento sui licenziamenti per motivi economici a quanto avvenuto dal 2009 ad oggi.
In buona sostanza, nella simulazione degli artigiani mestrini è stato calcolato il numero dei lavoratori dipendenti che tra l'inizio di gennaio del 2009 e il luglio di quest'anno si sono trovati in Cig a zero ore. Vale a dire i lavoratori che per ragioni economiche sono stati costretti ad utilizzare questo ammortizzatore sociale del quale, con il nuovo provvedimento, potranno disporre probabilmente solo a licenziamento avvenuto. Pertanto, se fosse stata applicabile questa misura segnalata nei giorni scorsi dal Governo all'Ue, negli ultimi due anni e mezzo, questi lavoratori, che hanno usufruito della Cig, si sarebbero trovati, trascorso il periodo di 'cassa', fuori dal mercato del lavoro.

Bortolussi: Stima in difetto, manca chi è senza ammortizzatori - Secondo la stima della Cgia, quindi, sommando le Ula (Unità di lavoro standard) che hanno utilizzato la Cig a zero ore nel 2009 (299.570 persone), nel 2010 (309.557) e nei primi sette mesi di quest'anno (128.574), otteniamo 737.700 potenziali espulsi dal mercato del lavoro che in questi ultimi 2 anni e mezzo avrebbero fatto salire il tasso di disoccupazione relativo al 2011, all'11,1%.
Il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, ha tenuto a sottolineare che si tratta di una «semplice simulazione e come tale va interpretata. Sottolineo che non tiene conto del fatto che abbiamo conteggiato solo coloro che sono ricorsi alla Cig, mentre, chiaramente, non abbiamo potuto dimensionare quanti lavoratori avrebbero potuto potenzialmente aver perso il posto di lavoro senza avvalersi di nessun ammortizzatore sociale».
«Detto ciò, va ricordato che accanto al provvedimento sui licenziamenti per motivi economici, saranno prese delle misure per incentivare la trasformazione dei contratti di apprendistato in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, per agevolare l'ingresso nel mercato del lavoro delle donne e per utilizzare il credito di imposta per chi assume in aree svantaggiate. Interventi che dovrebbero facilitare l'ingresso, in particolar modo, dei giovani nel mondo del lavoro. Comunque - ha concluso Bortolussi - il problema rimane: se questa crisi economica durerà ancora, c'è il forte pericolo che coloro che prima erano coperti da un ammortizzatore sociale, con questa misura, di fatto, non l'avranno più e ne potranno usufruire, eventualmente, solo dopo il licenziamento».

Sacconi: Disoccupazione all'11%? Infondata la stima della CGIA - La stima, lanciata questa mattina dalla Cgia, sugli effetti che avrebbe avuto la norma sui licenziamenti annunciata dal governo se fosse stata già in vigore «è destituita di ogni fondamento». Ad affermarlo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il quale attacca l'associazione degli artigiani di Mestre e tiene a far notare che è guidata dal «candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Veneto». Secondo la Cgia con quelle la disoccupazione sarebbe oltre l'11%.
«Ciò che l'Unione europea chiede all'Italia è una combinazione di maggiore flessibilità nella risoluzione del rapporti lavoro e di maggiore protezione del lavoratore. Tutte le ipotesi di adempimento di questa richiesta sono quindi rivolte a consolidare il sistema di ammortizzatori sociali, a partire da tutte quelle situazioni nelle quali può essere conservato il posto di lavoro attraverso la cassa integrazione e gli accordi collettivi che è intenzione del Governo ancor più incoraggiare», ha replicato Sacconi in una nota.
«Ovunque possibile la conservazione del posto di lavoro, anche nel caso di caduta della produzione, deve rimanere obiettivo primario, come è stato, in Italia e in Germania, in questi tre anni. Ciò di cui si discute è la regolazione della risoluzione del rapporto di lavoro per motivi economici, in modo da incoraggiare la propensione a assumere perché l'obiettivo, ovviamente, è fare più occupazione, soprattutto giovanile. Tutte le simulazioni relative alla maggiore flessibilità in uscita che a livello internazionale sono state realizzate danno infatti più occupazione», ha concluso il ministro.

Zipponi (Idv): La Cgia di Mestre prova i danni delle misure del Governo - «Le stime della Cgia di Mestre sul tasso di disoccupazione in caso di licenziamenti più facili rappresentano la conferma della pericolosità sociale del contenuto della lettera inviata da Berlusconi all'Ue». Lo affermano in una nota congiunta il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi.
«Stabilire il licenziamento per criteri economici significa riportare all'Ottocento i rapporti di lavoro e negare i diritti fondamentali dei lavoratori. Questo governo - aggiungono - continua a negare spudoratamente le proprie intenzioni che sono quelle di far pagare ai più deboli, ai pensionati, ai precari, alle donne il prezzo del risanamento. Per l'IdV - concludono Di Pietro e Zipponi - si possono reperire le risorse necessarie a far quadrare i conti colpendo i capitali scudati, gli evasori fiscali e contributivi, gli speculatori e i grandi patrimoni».