18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
La crisi del debito sovrano in Europa

Crisi: Van Rompuy, fra 3 giorni le soluzioni dell'Europa

In cinque punti, tutte le misure su cui converge il consenso. Diverse opzioni per aumentare efficacia Efsf. Ricapitalizzazione delle banche all'esame del Consiglio dei 27

BRUXELLES - Il vertice dell'Eurozona si è concluso ieri sera poco prima delle 22 senza nessuna decisione ufficiale, come aveva abbondantemente annunciato la cancelliera tedesca Angela Merkel, dopo avere praticamente imposto agli altri leader una «seconda puntata» del vertice da tenere mercoledì prossimo, per fare approvare preventivamente dal Bundestag le decisioni che verranno adottate contro la crisi finanziaria.
Non si tratta, tuttavia, di un nulla di fatto: non sembrano essere rimaste forti divergenze fra gli Stati membri, sulle soluzioni che dovranno comunque essere affinate e precisate al livello tecnico, come ha detto ieri sera, durante la conferenza stampa finale della riunione, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy: «In questi tre giorni - ha spiegato - concluderemo i lavori. Nel frattempo c'è una fase tecnica, a cui parteciperanno anche i ministri economici e finanziari».
Van Rompuy ha indicato cinque punti su cui mercoledì verranno adottate le attese decisioni che dovrebbero arginare la crisi e possibilmente chiuderla: innanzitutto, «alcuni paesi» dovranno garantire «il rispetto degli obiettivi» di consolidamento finanziario e «accelerare le riforme strutturali». Facendo riferimento a quanto aveva detto nel pomeriggio sull'Italia, il presidente del Consiglio europeo ha ripetuto: «Fra oggi e mercoledì, certi Stati membri dovranno rassicurare gli altri partner che attueranno pienamente i loro impegni». Alla domanda sull'eventualità che questi impegni non siano presentati mercoledì, Van Rompuy e Barroso hanno risposto: «Lo faranno».

Il secondo punto riguarda la Grecia, con il via libera già approvato alla sesta tranche di 8 miliardi di euro del primo prestito Eurozona/Fmi concesso nel maggio 2010, e i progressi sul secondo pacchetto di aiuti deciso il 21 luglio scorso; il pacchetto comprende un rafforzamento del 'contributo dei creditori privati', attraverso l'accettazione di un aumento dal 21 al 50 e forse 60 per cento della svalutazione dei titoli di debito greci da loro detenuti.

Il terzo punto consiste nell'aumento della «potenza di fuoco» dell'Efsf, il Fondo salva-Stati garantito dai paesi dell'Eurozona, che «sarà reso molto più flessibile», con la possibilità di acquistare titoli di Stato sui mercati secondari (quelli successivi alla prima emissione). L'obiettivo, ha osservato Van Rompuy, è quello di innalzare «sufficienti difese (firewalls, ndr) contro il contagio della crisi, ma senza aumentare le garanzie finanziarie che sostengono l'Efsf», visto che la Germania vi si oppone categoricamente.
Per moltiplicare l'efficacia del Fondo ricorrendo alla leva finanziaria e innalzare i firewalls saranno considerate «diverse opzioni», ha detto il presidente del Consiglio europeo. Che non ha voluto fornire dettagli, ma ha precisato: «Proponiamo due modelli, che saranno oggetto di una scelta politica, ma che potrebbero anche essere combinati fra loro».
Secondo fonti comunitarie, da una parte resta sul tavolo la «vecchia» idea di garantire una parte (20 o 25 per cento) dei bond di nuova emissione dei paesi a rischio di contagio (sostanzialmente Italia e Spagna), dall'altra si rafforza la nuova ipotesi, emersa nelle ultime ore, di creare un nuovo veicolo finanziario ad hoc (Special purpose vehicle) che opererebbe sui mercati potendo contare sulle garanzie conferitegli non solo dai paesi dell'Eurozona attraverso l'Efsf, ma anche da paesi terzi, come la Cina, che sembra sia disponibile. E' invece definitivamente tramontata l'ipotesi, cara ai francesi e strenuamente osteggiata dai tedeschi, di trasformare l'Efsf in una banca, in grado di accedere ai prestiti illimitati della Bce per poter acquistare sui mercati i titoli di debito dei paesi attaccati dai mercati.

Il quarto punto riguarda la ricapitalizzazione delle banche, in base a «uno schema coordinato a livello europeo» che sarà approvata mercoledì dal Consiglio europeo a Ventisette, e non dal vertice dell'Eurozona, ha precisato Van Rompuy. Restano da definire alcuni dettagli nel negoziato in corso fra le banche e il presidente del Comitato economico e finanziario dell'Ue, nonché direttore generale del Tesoro italiano, Vittorio Grilli. Ma il consenso generale è su un aumento del coefficiente patrimoniale (Core Tier 1) degli istituti di credito al 9%, per un costo totale delle ricapitalizzazioni attorno ai 110 miliardi di euro.

Il quinto punto, infine, è quello della governance dell'Eurozona, con «il rafforzamento della convergenza economica e l'approfondimento dell'integrazione delle politiche di bilancio». Oltre all'istituzionalizzazione dei vertici dell'Eurozona, che si terranno almeno due volte all'anno, e all'elezione del loro presidente (per adesso lo stesso Van Rompuy), questo capitolo prevede anche il rafforzamento del ruolo del commissario Ue agli Affari economici e finanziari e una nuova modifica «limitata» del Trattato Ue.