3 novembre 2024
Aggiornato 07:30
Nomina allo sprint finale

Bankitalia, in pista anche Bini Smaghi

Berlusconi: «Tempi brevi ma ci sono problemi». Bossi: «Meglio Grilli». Lunedì 24 intanto si riunisce il Consiglio superiore di Bankitalia. Decreto sviluppo in altomare

ROMA - Giorni decisivi per la nomina del nuovo governatore della Banca d'Italia. Non c'è ancora l'intesa politica sul nome del successore di Mario Draghi, ma il tempo stringe - perchè il futuro presidente della Bce si trasferirà a Francoforte dal primo novembre - e bisogna decidere al più presto, sbloccando una partita che si trascina ormai da quattro mesi. C'è il rischio di un nuovo duro confronto politico sui candidati, come quello di fine settembre che ha bloccato la nomina del direttore generale di Palazzo Koch, Fabrizio Saccomanni. E nella volata finale rispunta anche il nome di Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Bce, indicato dal premier Silvio Berlusconi «nel novero» dei candidati.

La sfida Saccomanni-Grilli - A due settimane dal cambio della guardia in via Nazionale, Saccomanni resta il nome forte per la successione, il garante della continuità e dell'autonomia della Banca. Sostenuto non solo dalla tecnostruttura di Palazzo Koch, ma anche da larga parte del Pdl in accordo con Berlusconi. In corsa contro il vice di Draghi c'è però Vittorio Grilli, il direttore generale del Tesoro appoggiato fortemente dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. E con Tremonti c'è la Lega, che non molla: «Mettiamo un milanese, che è pure preparatissimo», ha detto di nuovo il leader leghista Umberto Bossi, spiegando che «tra pochi giorni bisognerà votare» e comunque «dopo tanti romani mettiamo uno del Nord».

Berlusconi: «Problemi da risolvere» - «Ci sono dei problemi da risolvere», ha ammesso il presidente del Consiglio, ma la decisione sarà presa «in tempi brevi». E ha ritirato in ballo il nome di Bini Smaghi, con cui ha avuto un colloquio qualche giorno fa, anche perchè dovrà dimettersi presto dal board della Bce per lasciare spazio a un francese. E il banchiere fiorentino potrebbe essere il 'terzo uomo' adatto a sbrogliare il nodo sempre più intricato della nomina. Ma in una volata finale gomito a gomito, in un gioco di veti incrociati difficile da risolvere, potrebbe perfino uscirne vincitore un outsider come Ignazio Visco, il vicedirettore di Bankitalia considerato in estate nella rosa dei papabili.

Lunedì 24 intanto si riunisce il Consiglio superiore di Bankitalia per la riunione ordinaria mensile, l'ultima dell'era Draghi. Al Consiglio spetta un parere non vincolante sulla proposta di governatore inviata dal presidente del Consiglio. Dopo questo passaggio il consiglio dei ministri adotta una decisione, che va poi al presidente della Repubblica per la nomina con decreto.

Decreto sviluppo in altomare - Se, al netto delle altalene e dei veti, l'affaire Bankitalia potrebbe risolversi in settimana, quello del decreto sviluppo sembra inesorabilmente destinato a slittare. Forse a fine mese, come spiega una fonte di governo. Il fatto è che il provvedimento è in altomare anche perchè, per quanto il Cavaliere non lo vorrebbe a costo zero, i soldi - per sua stessa ammissione - «non ci sono» e quindi tocca «inventarsi qualcosa». D'altra parte Berlusconi non ha alcuna intenzione di dare via libera a patrimoniali e affida le sue speranze di far cassa a una riforma delle pensioni su cui la Lega si è mostrata nettamente contraria.
Tutte le ipotesi possibili, tra cui spicca anche quella di fare con la Svizzera un accordo sulla tassazione dei capitali sul modello della Germania, sono al centro della riunione che si tiene questa sera a palazzo Grazioli tra il premier e i ministri economici. Tremonti escluso, almeno per ora.p>