Banda larga, nuovo scontro Romani-Tremonti
Romani: «Un danno sottrarre le risorse alle TLC». La legge prevede che il gettito extra della gara delle frequenze 4G vada al settore. Asstel: «Il Governo cambi idea, Ngn è un volano per la crescita». Gentiloni: «Assurdo sottrarre fondi al settore delle TLC»
ROMA - Sottrarre le risorse extra della gara per le frequenze 4G agli operatori di Tlc sarebbe «un danno grave per il settore e per l'Italia». Lo sottolinea in una nota il Ministero dello Sviluppo economico, guidato Paolo Romani.
«Va evidenziato - sottolinea il Ministero - che il successo della gara 4G è stato determinato anche e soprattutto dal fatto che le società di telecomunicazione hanno formulato le proprie offerte, nel corso della gara, nella consapevolezza normativa che una parte delle risorse sarebbe stata reinvestita nel settore Tlc«
Cosa prevede la legge - La legge 220/2010 dispone infatti che eventuali maggiori entrate accertate rispetto alla stima di 2,4 miliardi di euro - spiega il ministero - sono riassegnate nello stesso anno al Mise per misure di sostegno al settore, da definire con apposito decreto del ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il ministro dell'economia e delle Finanze. La legge 111/2011 precisa che una quota non superiore al 50% delle eventuali maggiori entrate accertate rispetto alla stima di 2,4 miliardi di euro sono riassegnate nello stesso anno al Mise per misure di sostegno al settore.
«E' bene ricordare che l'investimento di questi fondi in innovativi progetti di infrastrutturazione delle reti farà da volano all'investimento di ulteriori risorse private, con un rilevante effetto anticiclico, sia sul fronte economico che occupazionale. Oltre alla riduzione del deficit assicurata dalla gara 4G, il Mise sta dando un forte contributo sia sul fronte del contenimento della spesa, sia su quello della tutela degli investimenti strategici per il governo e per il Paese. Come ampiamente condiviso dai gruppi parlamentari di maggioranza, è dunque necessario garantire, anche sul fronte delle Tlc, la continuità degli investimenti e della crescita. Diversamente, si arrecherebbe un danno grave al settore e all'Italia», conclude il ministero.
Asstel: «Il Governo cambi idea, Ngn è un volano per la crescita» - Assotelecomunicazioni (Asstel) chiede al governo di cambiare idea e destinare alla realizzazione della rete di nuova generazione (Ngn) le risorse ottenute con la gara sulle frequenze. «Ci auguriamo - sottolinea il presidente di Asstel, Stefano Parisi - che il governo torni sui suoi passi: gli investimenti nelle reti di nuova generazione sono un volano per la crescita economica».
Nella bozza del ddl Stabilità - spiega Asstel - che il consiglio dei ministri si appresta a discutere domani, il 50% delle risorse aggiuntive provenienti dall'asta delle frequenze 4G viene assegnato a fondi a disposizione del ministero dell'Economia, «contrariamente alla previsione iniziale di reimpiego per gli investimenti nelle Tlc».
«Le aziende di Tlc - afferma Parisi in una nota - sono consapevoli della situazione di finanza pubblica e non chiedono aiuti, ma ritengono che se ci dovessero essere risorse disponibili queste possano essere ben impiegate per eliminare definitivamente il digital divide». Gli operatori «hanno presentato recentemente al governo un progetto per portare l'infrastruttura in fibra ottica a sessanta distretti industriali, che significa dare accesso a banda larga a più di 200mila imprese, e per assicurare le connessioni in fibra per il collegamento delle reti mobili per i comuni sotto i 3mila abitanti».
«Ci auguriamo - conclude il presidente di Asstel - che il governo prenda nella dovuta considerazione tali progetti, che potranno assicurare in tempi rapidi il miglioramento della competitività delle imprese italiane e incentivare lo sviluppo dei territori».
Gentiloni: «Assurdo sottrarre fondi al settore delle TLC» - Il governo deve ripensare il no ai fondi per l'economia digitale. A chiederlo è Paolo Gentiloni, ex ministero delle Comunicazioni e responsabile Forum Ict del Partito Democratico. «Mi auguro - scrive Gentiloni - che il rinvio del Consiglio dei ministri comporti un ripensamento sul no ai fondi per l'economia digitale».
«E' assurdo, infatti - aggiunge Gentiloni - che dopo un investimento di 4 miliardi per le frequenze da parte delle imprese del settore nemmeno un euro degli 800 milioni promessi venga reinvestito per lo sviluppo della banda larga». Per l'esponente del Pd, «come dimostrano i piani pro-crescita di tutti i paesi avanzati, investire sul digitale, ad esempio eliminando il digital divide innanzitutto nei distretti industriali, produce un effetto moltiplicatore senza eguali sul complesso dell'economia». «Rimangiarsi la promessa di questi investimenti - conclude Gentiloni - sarebbe un'ennesima prova di miopia da parte di un Governo che rispetto allo sviluppo della Rete privilegia grandi regali di frequenze alla televisione e grandi opere di dubbia utilità come il Ponte sullo Stretto».
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